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La7 e La7d, reti di una scostumata classe dirigente

Arriva Mr. Green, in onda su La7 d, evidenzia i limiti di un ceto sociale totalmente impreparato sulle basilari problematiche di impatto sociale. E’ il ceto dirigente, principale cliente della rete Telecom.
A cura di Andrea Parrella
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L'ecologismo è lontano dalle nostre abitudini che d'altronde, sino a che verranno relegate ad una definizione alternativa, un filone, non diverranno mai prassi. L'ecologismo, dalle nostre parti, sembra essere roba per ricchi. Un comportamento elitario che come un'alimentazione alternativa, prevede che ce la si debba poter permettere. In buona sostanza, sino a che non uscirà dal rango della cattiva educazione, niente si risolve.

Arriva Mr.Green, andato ieri in onda su La7 d, rientra in un certo filone che segue tutta la seconda rete tematica di proprietà Telecom (ancora per poco). E' una linea editoriale orientata all'universo femminile, casalingo, ma che sia ben sintonizzato con una sfera sociale medio alta, apparentemente erudita e sensibile, a talune tematiche. Un trend che sta seguendo, d'altronde, anche La7 di quest'anno, con le sue rivoluzioni quotidiane importanti, una su tutte Cristina Parodi. Quest'ultima, e sua sorella già dall'anno scorso, non hanno fatto altro che incarnare dei format speculari rispetto alle altre generaliste, semplicemente rivolgendosi ad un target sociale più altolocato, per dirlo in un aggettivo. Potremmo chiamarla pure classe dirigente. Di per sé, i Menu di Benedetta e Cristina Parodi Live non sono diversi da La prova del cuoco e Pomeriggio Cinque. Puntano a due pubblici gemelli ma diversi.

Ma questo programma con Luca Bonaccorsi è un po' diverso, almeno nel bacino di riferimento, perché si rivolge a sacche più ampie di pubblico, forse dello stesso status sociale, ma non solo la moglie, pure il marito. In fondo non è poco. Ieri sera il protagonista era Gerry Scotti, che accoglieva il conduttore nella sua casa per capire quali errori commettesse in termini di spreco, consumo energetico errato. E' stata chiaramente un'ecatombe, poiché la fetta di percentuale più grossa dei gesti che Scotti commetteva erano sintomatici di chiari e madornali sprechi.

Non essendoci sbocchi comunicativi che permettano di abbracciare la totalità del pubblico, è giusto pensare che La7 stia seguendo la giusta strada per accondiscendere ed accontentare appieno la fascia alla quale faccia riferimento. Educare la "classe dirigente", la prima ad essere deficitaria di informazioni su come evitare sprechi (Gerry Scotti ne è testimonianza), può essere un buon passo perché una rete televisiva abbia un suo ruolo sociale e non solo economico. Non sia mai che Canale 5 e Rai1 si mettano a seguire il filone tematico.

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