La storia di Simone, il bambino ustionato a cui lo Stato non passa le cure
La storia di Simone, un bambino che all'età 2 anni subisce ustioni di secondo grado a causa di un incidente domestico, ha commosso i telespettatori. Su Twitter, infatti, la timeline è stata invasa da tantissimi commenti per un caso che ha dell'incredibile. un giorno, infatti, mentre la madre stava cucinando e scolando il riso, Simone le si è avvicinato da dietro facendola inciampare e versandogli addosso l'acqua bollente sfigurandolo per sempre. Il bambino gira per buona parte del giorno con una maschera (‘da supereroe') sul viso che gli nasconde le ustioni e aspetta un trapianto dei capelli che, dice la madre, aspetta con ansia così che crescendo possano nascondergli il volto.
Filippo Roma, la Iena che ha seguito il caso, è stato chiamato perché alla famiglia del bambino l'ASL non passa alcun tipo di aiuto e, anzi, la madre ha denunciato anche un atteggiamento ostile e quasi di scherno. Quando ha chiesto una mano, infatti, si è sentita rispondere che non era possibile, che il bambino non soffriva, ad esempio, di un tumore e anzi, ‘è come la bella e la bestia, ha presente?'.
Per le spese mediche, però, i genitori di Simone devono spendere 1400 euro al mese, una cifra enorme per una famiglia monoreddito e con altri due figli. Lo Stato, però, non riconosce gli ustionati e la crema che i genitori di Simone utilizzano per curare il bambino è trattata alla stregua di una crema di bellezza. Mentre racconta la storia, la madre non riesce a trattenere le lacrime ed è il figlio a chiederle di non farlo e spiegare che succede ogni volta che succede. A quel punto Filippo Roma, quindi, è andato all'Asl per cercare di avere giustizia da parte dell'Azienda, al cui direttore la Iena è riuscito a strappare la promessa di far passare la crema medica, col consenso del dermatologo.