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La storia di Joe Exotic, il Tiger King che ha chiesto la grazia dopo una condanna a 22 anni

Ascesa e caduta di Joseph Maldonado-Passage, vero nome di Joe Exotic, il bizzarro proprietario della riserva esotica, protagonista della serie Netflix “Tiger King”. La storia del suo zoo, il doppio matrimonio, la faida con Carole Baskin e l’arresto per aver tentato di assassinarla: un rollercoaster di follia.
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Joseph Maldonado-Passage è l’uomo del momento, ma forse voi lo conoscerete sicuramente con il nome di Joe Exotic, il proprietario del Greater Wynnewood Exotic Animal Park, probabilmente il parco di animali esotici più popolari al mondo al momento. Grazie a “Tiger King”, il documentario Netflix di Eric Goode, la figura del bizzarro Joe, la sua ascesa e caduta fino all’arresto, è diventata oggi estremamente popolare.

Il successo di Tiger King

Tiger King: Murder, Mayhem and Madness” è diventato uno dei prodotti originali Netflix più visto in questi primi 4 mesi del 2020: 64 milioni di famiglie hanno assistito alla storia vera di Joe Exotic, attualmente in carcere a scontare una condanna di 22 anni per aver ucciso tigri e per aver ordito un piano per eliminare la sua acerrima nemica, l’animalista e proprietaria a sua volta di una riserva per animali esotici – il Big Cat Rescue – Carole Baskin.

La vita di Joe Exotic

Joe Exotic nasce in Kansas nel 1963 con il nome di Joseph Allen Schreibvogel. Joe cresce in una fattoria di Garden City. All’età di 5 anni viene violentato da un ragazzo più grande: questo è il primo break point a suo dire. Trasferitosi in Texas, entra in polizia. Dopo aver rivelato il suo orientamento sessuale, nel 1990 avrebbe tentato il suicidio schiantandosi con l’auto della polizia.

La storia di Joe Exotic e del suo zoo comincia nella seconda metà degli anni ’90, quando suo fratello muore in un incidente stradale. La cognata vorrebbe costruire un campo da calcio in suo onore, ma Joe decide di costruire un rifugio per animali esotici. Inizia così l’avventura del "Garold Wayne Exotic Animal Memorial Park", meglio conosciuto come GW Zoo. Lo Zoo cresce rapidamente, un successo senza precedenti tant’è che nel 2001 può contare 89 tra tigri e altri felini e centinaia di altri aninali esotici. Al momento della registrazione di “Tiger King”, Joe Exotic può contare su ben 176 tigri.

La morte del primo marito

Nel 2001, un altro strappo. Il suo primo marito, Brian Rhyne, muore a causa dell’Hiv. Lo aveva conosciuto venti anni prima in un gay bar in Texas. Dopo la sua morte, Joe diventa ufficialmente Joe Exotic e inizia a girare gli States con i suoi spettacoli con i cuccioli. Nel 2002, Joe Exotic cambia modello di business al suo zoo, iniziando a foraggiarlo con una fornitura costante di cuccioli che gli garantisce un triplo introito: spettacoli, visite guidate e vendita diretta. Comprano da lui le principali stelle americane, dagli attori ai giocatori di basket. In seguito a una grandissima domanda, Joe Exotic apre un vero e proprio allevamento.

La relazione con John Finlay

Nel contempo, con il cambiare della sua attività, cambia anche la vita privata. Ha un breve matrimonio con JC Hartpence, poi inizia una relazione con John Finlay, uno dei personaggi più amati della serie "Tiger King". Un dettaglio che non è incluso nella docu-serie Netflix è che JC Hartpence, un anno dopo la separazione, è stato arrestato per omicidio. Un reato completamente estraneo alla fita di Joe Exotic.

La faida con Carole Baskin

Nel 2006, entra in scena per la prima volta la più grande antagonista di Joe Exotic: Carole Baskin. Tutto sarebbe iniziato dopo un articolo d’opinione che l’attivista pubblicò su un giornale locale dell’Oklahoma. Nel 2011 la Baskin intenta causa a Joe Exotic per violazione del marchio del suo Big Cat Rescue. Una delle tante iniziative messe in atto da Joe per canzonarla. Nel 2013, un giudice stabilirà che una penale di un milione di dollari per Joe Exotic per aver violato il marchio di proprietà della Baskin. Nel 2015, Exotic girerà un video musicale dal titolo “Here Kitty Kitty” in cui alimenta le voci secondo cui la Baskin avrebbe ucciso il suo secondo marito.

Interessante la storia laterale di Carole Baskin, venuta fuori proprio grazie al documentario. L'attivista aveva un marito milionario, Don Lewis, misteriosamente scomparso nel 1997. Joe Exotic ha sempre sostenuto che è stata Carole Baskin ad aver ucciso suo marito, dandolo in pasto alle tigri della loro riserva. La pubblicazione del documentario ha infatti allertato lo stato della Florida e la polizia ha ufficialmente riaperto il caso.

Il doppio matrimonio e la morte di Travis Maldonado

Nel 2014 arriva il matrimonio in cerimonia congiunta con John Finlay e Travis Maldonado. Un anno più tardi lancia una campagna per diventare presidente degli Stati Uniti d’America. Sarà definito: “Donald Trump con la meth”. Nel 2017, Travis Maldonado si spara accidentalmente proprio mentre il parco è aperto. La polizia stabilirà che si è trattato di una morte accidentale. Due mesi dopo, Joe si sposerà di nuovo con Dillon Passage, 22 anni, conosciuto tramite una app di appuntamenti. Nel 2018, cerca senza successo di diventare Governatore dell’Oklahoma. È la seconda volta che cerca di ricoprire una carica pubblica.

L'arresto e la richiesta di grazia

Siamo ai titoli di coda della “fantastica” storia di Joe Exotic. Nel 2018 cerca di assoldare un impiegato dello zoo per assassinare Carole Baskin. Si tratta di Allen Glover, che vediamo anche nella serie. Questi prenderà i soldi di Joe Exotic ma non commetterà mai l’omicidio. Da quel momento, Jeff Lowe, partner in affari di Joe, e altri membri dello zoo agiscono come informatori dell’Fbi per aiutarli nell’arresto di Joe Exotic nel 2018.

Il processo è iniziato nel 2019 e alla fine di aprile è stato condannato a 22 anni di prigione. Tra i diciassette capi di accusa: due di omicidio su commissione per il tentato omicidio di Carole Baskin e diversi per abuso di animali. Ha chiesto ufficialmente la grazia al Presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, il quale dovrebbe pronunciarsi nei prossimi giorni. Attualmente è stato trasferito in un centro di detenzione attrezzato come misura d’emergenza per il Covid-19.

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