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La storia di Agnese Ciulla: “I migranti sono miei figli, i loro volti scavati mi spezzano il cuore”

‘Tutto il giorno davanti’, film di Rai1 con Isabella Ragonese, è ispirato alla storia di Agnese Ciulla. Dal 2012 al 2017, ha ricoperto la carica di Assessore alla Cittadinanza sociale del Comune di Palermo. In prima linea nell’accoglienza dei migranti, è stata la tutrice legale di oltre 900 minorenni sbarcati in Italia.
A cura di Daniela Seclì
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Martedì 10 marzo, in onda su Rai1 il film ‘Tutto il giorno davanti‘ diretto da Luciano Manuzzi con Isabella Ragonese. La pellicola è ispirata alla storia di Agnese Ciulla e al suo libro ‘La grande madre'. Dal 2012 al 2017, la donna è stata Assessore alla Cittadinanza sociale del Comune di Palermo. In quegli anni si è occupata di oltre 900 migranti minorenni, arrivati in Italia senza i loro genitori.

Tutto il giorno davanti, chi è Agnese Ciulla

Agnese Ciulla ha 48 anni e fa l'operatrice sociale, è facilitatrice territoriale, formatrice e consulente. Già prima di ricevere la nomina di assessore, era in prima linea nella difesa dei diritti dei minori. Attraverso l'Associazione Arciragazzi, si occupava di storie difficili che venivano dalle periferie palermitane. Dal 2014, poi, ha avuto inizio il suo impegno al fianco dei tanti "minori stranieri non accompagnati" (come venivano classificati). Ragazzi che scappavano dalla miseria e arrivavano in Italia da soli: la famiglia rimasta nella loro terra natale o persa durante il terribile viaggio.

Agnese Ciulla, la grande madre dei piccoli migranti

Agnese Ciulla si è fatta carico dei migranti minorenni come fossero suoi figli. Si è impegnata per assicurare loro le cure necessarie e la possibilità di intraprendere un percorso di studi. È diventata la tutrice legale di oltre 900 ragazzi e si è guadagnata il soprannome di ‘grande madre'. È diventata un esempio per coloro che volevano rendersi utili al prossimo. Osservando la sua dedizione, in tanti hanno offerto ospitalità ai migranti e li hanno aiutati a costruire una nuova vita. Intervistata da Repubblica nel 2016, raccontò l'aiuto concreto che si impegnava a fornire a chi arrivava a Palermo sulla scia della speranza di una vita migliore:

"Ci occupiamo della loro istruzione cercando di inserirli a scuola e comunque a tutti proviamo ad insegnare bene l'italiano. Gli uffici comunali predispongono un programma di formazione per ciascuno di loro. […] Ci sono le iscrizioni a scuola, le richieste di asilo politico. Ma anche le malattie da curare. Comincio a occuparmi dei minori mentre sono ancora in viaggio. Il mio compito è trovare loro un tetto. Certo, quando li vedo sbarcare in fila indiana, i volti scavati, con il terrore negli occhi, mi si stringe il cuore. […] Tanti minorenni arrivano devastati sotto il profilo psicologico".

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