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Suburra 3, la stagione finale prende le distanze dal film del 2015: la recensione

La terza e ultima stagione di Suburra chiude con il botto, superando le aspettative e distanziandosi dal film del 2015. Il destino di Aureliano e Spadino prende una piega diversa e si conclude con un vero e proprio finale alternativo, come se la pellicola di Stefano Sollima non fosse mai esistita. Dal 30 ottobre su Netflix.
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La terza e ultima stagione di Suburra supera le aspettative. Sei episodi conclusivi, disponibili dal 30 ottobre su Netflix, che condensano l’azione e che non lasciano mai lo spettatore. Il pericolo di annoiarsi non esiste: è intrattenimento purissimo. E conviene fare attenzione a utilizzare le parole, conviene fare poche anticipazioni, anzi è meglio girarci un po’ intorno perché il rischio di fare spoiler è dietro l’angolo. Una cosa, la più importante, la possiamo dire: chi si aspettava la continuità con il film (mai annunciata, mai smentita) resterà molto sorpreso.

Proprio così: la serie prende una piega diversa e immagina un finale alternativo per i suoi protagonisti. Come se il film non fosse mai esistito. Gli spettatori che avevano bene in mente il destino di Aureliano e Spadino nel film del 2015 firmato da Stefano Sollima, troveranno la succosa novità di un finale che assegna un destino diverso a questo legame. Se sarà tragico oppure lieto, non saremo noi a dirvelo.

Le interpretazioni dei protagonisti crescono

Crescono le interpretazioni dei protagonisti. Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara tengono la scena come i loro personaggi tengono Roma, città che “non si governa con le carte e nemmeno con le pistole, ma si governa con il potere”. E il potere è una cosa che non sembra essere scritta nel destino dei due ragazzi, violenti e impulsivi, ostacolati ancora da Samurai (un gigantesco Francesco Acquaroli) e dal rientro in gioco di Manfredi (Adamo Dionisi).

Non sarà semplice nemmeno per l’onorevole Amedeo Cinaglia. Il politico continuerà a ritrovarsi invischiato nei delicati equilibri criminali, ricattato, conteso e diviso dai diversi schieramenti. Le sue scelte, alla fine, saranno fondamentali per la fine di questa storia. Filippo Nigro, l’attore che interpreta Cinaglia, è forse l’attore che è riuscito meglio a mostrare le due facce di Suburra con il suo personaggio, complice il suo ruolo di mediatore tra il mondo “di sopra” e il mondo “di sotto”.

Il ruolo delle donne di Suburra

Anche le donne di Suburra entrano sempre più nel vivo. Carlotta Antonelli (Angelica) e Federica Sabatini (Nadia) saranno l’ago della bilancia del rapporto fraterno di Aureliano e Spadino. Il loro odio reciproco, come una spugna, assorbirà le vibrazioni positive di una delle bromance più iconiche della storia della serialità italiana (anche più di quella di Gomorra, tra Salvatore Esposito e Marco D’Amore). Peccato per il personaggio di Claudia Gerini, in questa terza stagione ridotto a poco più di una comparsa.

In questo momento difficile per tutti, la terza e ultima stagione di Suburra rappresenterà per molti un'occasione di svago importante, un appiglio al quale attaccarsi per evadere cinquanta minuti a episodio da questa realtà incerta e ingiusta.

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