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La serie tv Gomorra girata nella villa del camorrista Francesco Gallo

Stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, ci sarebbe un contratto in piena regola da ben 30.000 euro per sei mesi di riprese, firmato da Cattleya, la casa di produzione della serie tv, per l’affitto della villa del camorrista di Gomorra Francesco Gallo.
A cura di Eleonora D'Amore
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La realtà che sposa perfettamente la finzione: stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, infatti, il set della serie tv Gomorra, in onda su Sky dal 2014, sarebbe stato allestito a Torre Annunziata proprio nella villa del camorrista di Gomorra, Francesco Gallo: "Nelle mani dell'amministratore giudiziario c'è un affitto in piena regola: contratto da 30 mila euro per sei mesi di riprese, firmato da Cattleya. Soldi destinati al boss, quello vero, con tutto quello che significa sul piano dell'immagine, oltre che su quello economico. E non solo. Il piano superiore è stato ristrutturato per filmare gli interni: il contratto prevede che, se il proprietario di casa non chiede di smantellarla, la ristrutturazione resti dov'è. Oltre 30mila euro, quindi, salvo ripensamenti, il boss intasca pure la ristrutturazione: roba che può valere altri 50mila euro. E poi i pasti, per un cast di circa 50 persone, acquistati per sei mesi dalla sorella del boss. I soldi destinati all'affitto, dopo l'arresto di Gallo e il sequestro giudiziario dell'immobile, ora sono finiti nelle casse dello Stato".

La replica del regista Stefano Sollima – Il boss, classe 1978, è stato arrestato dai Carabinieri pochi mesi fa per associazione mafiosa e pare che ciò sia avvenuto in concomitanza dell'inizio delle riprese. La serie tv da 12 puntate di 50 minuti l'una, è una coproduzione firmata Cattleya, Fandango, Sky in collaborazione con La 7 e la distribuzione internazionale di Beta. Il regista, lo stesso di Romanzo Criminale, Stefano Sollima ha tenuto a precisare: "Prima che iniziassero le riprese, quindi al momento del contratto, del quale non mi sono occupato personalmente non sapevo che si trattasse di un boss. Dopo sì: la casa è stata sequestrata e abbiamo dovuto chiedere l'autorizzazione alla magistratura. Ma se anche l'avessi saputo, non è un problema che mi riguarda, perché il mio lavoro è raccontare una realtà, non ne faccio una questione moralistica. Mi interessa soltanto rappresentare nel modo più realistico quello che racconto. E infatti siamo andati a cercare una casa in linea con i gusti di un boss. Ed è inutile illudersi: una realtà come Gomorra si presta a equivoci continui".

Update 17.50 – La Cattleya ha smentito quanto riportato dal Fatto e ha replicato: "È avvenuto tutto in accordo con Procura e sotto controllo dell'amministrazione giudiziaria. Si è deciso di iniziare le riprese nell'ambiente d'intesa con l'amministrazione giudiziaria, versando il compenso in un conto da questa indicato. Quanto alle ristrutturazioni interne, si è trattato ovviamente degli usuali adattamenti che si realizzano negli ambienti in cui si gira. A fine riprese la casa è stata restituita con le strutture originali, come risulta dal verbale di riconsegna all'amministrazione giudiziaria. Riguardo la fornitura dei cestini, la sorella dell'arrestato se ne è occupata per pochi giorni. È una delle molte decine di persone che hanno lavorato a questo servizio. La produzione si è impegnata a evitare ogni contaminazione. Il fatto che, in questo caso, abbia subito chiesto e ricevuto indicazioni dalla magistratura ne è una prova".

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