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La scenografia di Sanremo 2013 tra passato e modernità

Fabio Fazio strappa applausi mentre parla della scenografia: “Abbiamo voluto unire passato e modernità, due linguaggi apparentemente diversi. Perché io intendo la tv generalista come un grande vettore che ha tutti i più grandi contenuti possibili”.
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La scenografia di Sanremo 2013 tra passato e modernità

Duccio Forzano, regista storico di Fabio Fazio e alla seconda regia sanremese (la prima nell’edizione condotta da Antonella Clerici) parla della novità scenografica di cui dicevamo in precedenza. Ricorda che è la prima volta per una donna scenografa all’Ariston. Spiega di aver avuto la possibilità di introdurre nel teatro un technocrane e di aver fatto montare due telecamere su altrettanti binari verticali alti 14 metri, per raccontare l’orchestra. Invece Fabio Fazio, come ha già ribadito in apertura di conferenza, riprende il concetto di unire due visioni apparentemente distanti. Così come si vuole unire musica d'arte e musica pop, si prova a fare lo stesso sulla scenografia, mischiando due linguaggi apparentemente diversi.

La scenografia unisce passato e modernità, c'è una volontà forte, sempre di unire quello che apparentemente non può stare insieme. Io credo che questo sia uno dei mali del presente, quello di non unire due linguaggi diversi. Io credo che la televisione generalista ha questo compito: quello di cercare, pur parlando ad un numero maggiore di persone, di caricare il maggior numero di contenuti possibili su un vettore.

Questa dichiarazione strappa gli applausi dei giornalisti presenti in sala.

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