La satira di “They Walk in Naples”, dove anche De Magistris diventa uno zombie
"Nell'anno 2013, una strana infezione colpisce la città di Napoli, trasformando tutti gli abitanti in zombie. Migliorando di fatto la situazione. O forse no. Dipende dai punti di vista. Quella che segue è la storia di un gruppo di sopravvissuti". Non è "The Walking Dead", ma è l'incipit di "They Walk in Naples", nuova webseries parodica a puntate che si presenta con l'intenzione di prendere di mira due fenomeni apparentemente distanti tra loro, ma che in comune hanno, tanto per cominciare, l'abbondante sovraesposizione mediatica: gli zombie e la città di Napoli. Scritta da Maurizio D. Capuano, prodotta da Naviganti InVersi ed Amygdala Production, "They Walk in Naples" colpisce per un'ironia pungente e aggraziata, ma non per questo meno diretta, su vizi e virtù del napoletano medio. E dunque ai protagonisti della prima puntata, seduti a tavola ed intenti a mangiare un bel piatto di ragù, non apparirà strano quello che sta succedendo per le strade di una città, che è poi la stessa in cui ci si lamenta delle condizioni di povertà, ma dove non ci si fa mancare nemmeno un'amichevole del Napoli alla pay-tv, anche quando si gioca contro la squadra meno blasonata del sistema calcio.
Da San Gennaro a De Magistris, nessuno è al sicuro. Viene citata la celeberrima clip "Ciao Al", dove il Sindaco di Napoli invitava Al Pacino per la prima-evento al Teatro San Carlo del film "Wilde Salome", riprendendo stile colloquiale e movimenti di macchina. In "They Walk in Naples" il Sindaco rassicura la cittadinanza invitando tutti alla tranquillità, dato che l'epidemia zombie è completamente sotto controllo, salvo poi ritrovarlo trasformato poche ore dopo. Non poteva mancare nella lunga lista degli stereotipi, la consueta coppia di camorristi cialtroni e indolenti che, per la loro natura gretta ed arrogante, lasciano morire ignari i loro compagni, attaccati dai "non morti" in una piazza di spaccio. Esilarante.
"They Walk in Naples" promette bene per i prossimi episodi, riuscendo a sopperire con una struttura interessante ed una sceneggiatura robusta, alle effettive carenze tecniche. Ma è una cifra, un patto che la webseries stabilisce sin dall'inizio con lo spettatore e che, pertanto, non intacca per nulla la credibilità del contesto. Da seguire.