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La rivincita di Carmen Lasorella: “La Rai deve restituirmi la mia professionalità”

La giornalista Rai dovrà essere reimpiegata in maniera diversa dalla Rai: “Un giudice ha stabilito così, la sentenza obbliga l’azienda a darmi un incarico a me consono”.
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"Un giudice mi ha finalmente ridato la serenità perduta". Parola di Carmen Lasorella, tra i volti più noti degli anni '80-'90 della tv italiana, inserita tra i ‘pagati ma senza lavoro' della Rai. Percepisce 205mila euro all'anno ma è di fatto inutilizzata da anni. La giornalista ha trascinato in tribunale la sua azienda e il giudice le ha dato ragione:

C'è una sentenza che addebbita alla Rai la mia dequalificazione professionale e la condanna a restituirmi un ruolo consono al mio profilo professionale, nonché a risarcirmi dei danni per l’emarginazione subita.

È quanto dichiarato dalla giornalista a Chiara Maffioletti del Corriere della Sera:

Sono stata costretta a difendermi. Ho tentato in ogni modo di trovare una soluzione condivisa, ma passava il tempo e continuavo a rimanere senza alcun incarico. Si può andare ogni giorno al lavoro per non lavorare? Di questi tempi è difficile ottenerlo, un lavoro, è difficile conservarlo, ma se ce l’hai diventa perfino difficile esercitarlo. Ho dedicato 30 anni alla mia azienda. Forse troppi? Dovevo essere rottamata? Mi sembra che non abbia portato bene questa filosofia al Paese. Si butta via quello che non serve più, non l’esperienza, il sapere, la passione, la giovinezza delle nuove sfide.

Carmen Lasorella è stata spostata in un'area non consona alle sue competenze, un'area tecnica in cui lei era l'unica giornalista.

Ho sempre cercato di svolgere il mio lavoro vivendolo come un impegno e non per occupare una poltrona: sono sempre stata una giornalista che prende una valigia e parte, dicendo quello che pensa. Sicuramente, poco adatta a dirigere un Tg in Rai: ci sono logiche in cui non sono mai rientrata ma avrei potuto continuare a fare il mio lavoro, per esempio, con un programma, impegnandomi in un progetto, tornando di nuovo all’estero in una sede che fosse un prezioso osservatorio di politica internazionale.

Dopo questa sentenza, la giornalista spera di poter essere impiegata in maniera diversa e più utile.

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