La Rai minimizza sulla censura gay, per la bestemmia di capodanno fu caccia alle streghe
Gli scivoloni della Rai negli ultimi anni si fa fatica a contarli, gaffe diventate tormentoni che per giorni hanno imperversato sui social network. L'ultima della lista, nonostante il restyling cui l'azienda aspira con la nuova dirigenza e il cambio ai vertici delle singole reti, è la censura della scena di sesso gay della serie trasmessa da Rai 2 Le Regole del Delitto Perfetto. Un taglio inatteso e deplorato da buona parte dei telespettatori (non tutti, bisogna dirlo), che hanno contestato l'azienda con un hashtag in cima ai trend di Twitter da ore, abbastanza esplicito: #RaiOmofoba.
Non è tutto, perché se l'errore si mette in conto, un incidente di percorso a bilancio a prescindere, a contare molto è il modo in cui ci si scusa pubblicamente dopo una gaffe di questo tipo. E l'impressione è che nel reagire la Rai non faccia che peggiorare la situazione. Nel dettaglio, la neo direttrice di Rai 2, Ilaria Dallatana, persona che conosce bene la tv e non è di certo alle prime armi, ha liquidato la questione diverse ore più tardi con delle scuse oggettivamente timide, una specie di contentino in cui ha negato si trattasse di una vera censura, accompagnate da una motivazione che ha fatto inviperire qualcuno pure più della censura stessa:
Non c’è stata nessuna censura, semplicemente un eccesso di pudore dovuto alla sensibilità individuale di chi si occupa di confezionare l’edizione delle serie per il prime time. Capisco l’irritazione, ma mi preme far notare che dopo anni e anni di serie esclusivamente poliziesche, Rai Due ha cominciato a proporre titoli di diverso contenuto, quali Le regole del delitto perfetto e Jane the Virgin, che tratta di maternità surrogata. Anche queste polemiche ci aiutano a prendere le giuste misure per il futuro. Come dimostrano anche le scelte fatte per i nuovi palinsesti, Rai2 sarà sempre più sensibile alla complessità del mondo contemporaneo.
Sarebbero bastate delle scuse, con una nota a margine del tipo "sono arrivata da poco, una cosa del genere, sotto la mia guida, non si ripeterà più". Ma archiviata la brutta prima gincana pubblica della Dallatana, ci si infastidisce ancora di più per la disparità con la quale i vertici Rai reagiscano a queste situazioni. Oggi, dopo la censura di una scena gay, si minimizza la portata del fatto giustificandola col pudore e la sensibilità individuale di chi confeziona l'edizione della serie (domanda: è stata chiesta un'autorizzazione per tagliare Le Regole del Delitto Perfetto?); mentre dopo l'oramai celerrima bestemmia di capodanno, comparsa in un sms malauguratamente mandato in onda durante la serata condotta da Amadeus, si scatenò una vera e propria caccia alle streghe in azienda, pur di far cadere la testa del colpevole di turno. Se uno alzasse mestamente la mano per una domanda e chiedesse se non è questa una chiara dimostrazione di ipocrisia, farebbe peccato mortale?