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La Rai cancella Hammamet, il film su Bettino Craxi: è polemica

“La cancellazione di ‘Hammamet’ è l’ennesimo caso di sciatteria da parte della Tv pubblica” dichiara il segretario della Commissione Vigilanza Rai, Michele Anzaldi. Il film con Pierfrancesco Favino era previsto per la serata di venerdì 1 ottobre su Rai3 ma è stato cancellato senza preavviso. Scoppia la polemica.
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È scoppiato il caso "Hammamet" in Rai. Ieri sera, venerdì 1 ottobre, era prevista la prima visione del film di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxi. Senza alcun preavviso, il film è stato sostituito dal più conciliante "Arrivano i prof". Un peccato perché il film, che racconta gli ultimi mesi di vita del controverso e discusso ex presidente del Consiglio in Tunisia, è stato uno dei più interessanti della scorsa stagione (e premiati). Il caso è finito anche in Vigilanza. Il segretario Michele Anzaldi tuona: "La cancellazione di ‘Hammamet' è l'ennesimo caso di sciatteria da parte della Tv pubblica, in questo caso duplice visto che, a partire dalla scelta del canale su cui trasmetterlo, è anche controproducente economicamente". 

La polemica

Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, al sito Vigilanza.tv ha spiegato con una lunga nota che l'azione della Rai è stata controproducente:

Hammamet è uscito nelle sale il 9 gennaio 2020, due mesi prima del lockdown e ha incassato nel primo giorno di programmazione 194.890 euro chiudendo al secondo posto del botteghino. Alla fine della prima settimana aveva sfiorato i due milioni e mezzo di euro diventando il miglior incasso di sempre per il regista Gianni Amelio. In totale, malgrado la chiusura dei cinema per il Covid-19, si è classificato al 21º posto dei film più visti nella stagione italiana 2019/2020, superando i 6 milioni e mezzo di incasso, finora. E non solo la Pay Tv lo ha pagato 1.250.000 euro; nel mercato degli home video (che è in crisi) ha incassato 120.000 euro, e 1.200.000 persone, nonostante la pandemia, sono andate nelle sale a vederlo. E invece la Rai generalista lo svende così! Ancor più grave il fatto che la Rai è anche co-produttrice, quindi anziché pensare a rientrare delle spese di produzione, lo ‘svende' su Rai3 invece di programmarlo su Rai1. La cosa grave è che alla Rai se ne siano accorti solo poche ore prima della messa in onda del film già annunciato da giorni, e con la data delle elezioni nota da molti mesi. Possibile che, con tutti i direttori, vicedirettori, capistruttura, e così via, pagati profumatamente dal canone, nessuno alla Rai abbia saputo controllare? Spero che martedì 5 ottobre prossimo venturo, durante la sua audizione in Commissione di Vigilanza, l'ad Rai Carlo Fuortes che la scorsa volta ci metteva al corrente dell'indebitamento di 300 milioni di euro, ci illustri almeno come evitare questi sprechi continuamente denunciati dalla stampa.

La nota della Rai

La Rai, sull'onda delle polemiche, ha espresso la sua motivazione spiegando che "Hammamet" è stata spostata nell'ambito di "una normale attività di modulazione del palinsesto”. Il film, infatti, sarà trasmesso il 26 novembre prossimo.

Le proteste di Bobo Craxi

Bobo Craxi ha protestato via Twitter attaccando il direttore di Rai3, Franco Di Mare, da lui definito "grillino" che "pensa di essere il direttore dell'EIAR", evocando i tempi del fascismo. E ancora: "Qual è il nesso fra la messa in onda di un film che romanza una vicenda storica di un uomo di Stato che hanno già visto oltre un milione di italiani e la candidatura  di un suo discendente? Mi sfugge. Rai3 ha operato una imbarazzante censura”. 

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