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La parabola di Tonio Fortebracci: gli amori spezzati dalla morte e la redenzione con Antonia

‘L’onore e il rispetto 5 – Ultimo capitolo’ ha segnato l’addio al pubblico del personaggio di Tonio Fortebracci. Cinque stagioni segnate da amori spezzati dalla morte, efferati omicidi e un destino che lo ha trasformato da vittima in carnefice. Sullo sfondo, un’incontenibile sete di vendetta. Ma il pubblico ha avuto il suo lieto fine, il picciotto trasformatosi in padrino, ha scelto di essere un semplice padre di famiglia.
A cura di Daniela Seclì
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Un uomo che si china a baciare la mano di un altro uomo. È questa l’immagine simbolo della fiction ‘L’onore e il rispetto’. E Tonio Fortebracci (Gabriel Garko), che con la quinta stagione ha detto addio al suo pubblico, è stato sia l’uno che l’altro. Picciotto prima e padrino poi. Una parabola che si è estesa lungo cinque stagioni e lo ha visto trasformarsi da un semplice ragazzo in cerca  di una vita migliore, all’uomo spietato che ha lasciato una scia di cadaveri lungo il suo cammino.  Sullo sfondo quell’incontenibile desiderio di vendetta, storie d’amore spezzate dalla morte e flebili ma determinate speranze aggrappate al futuro della figlia Antonia.

Vittima e carnefice con un destino segnato dalla vendetta

“Angelo, demone, non lo so chi sono. È il destino che decide”: con queste parole, Tonio Fortebracci parla di sé a Giada, che lo vede come un angelo custode. E forse all’inizio lo era davvero. Era l’angelo custode dei genitori Pasquale ed Ersilia (Virna Lisi) e del fratello Santi (Giuseppe Zeno), che avevano lasciato la Sicilia, in cerca di fortuna a Torino. Ma la sorte aveva altri piani per loro. Pasquale si suicidò dopo aver contratto dei debiti, Ersilia perse la ragione e morì  investita da un’auto e Santi – diventato magistrato – venne assassinato dal boss Fortunato Di Venanzio. È dalla perdita della sua famiglia, che si sviluppa in Tonio quella sete di vendetta che lo renderà un eroe negativo, lo tormenterà muovendo i fili delle sue azioni e lo trasformerà da vittima in carnefice.

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La vedovanza di Fortebracci, la morte intralcio di ogni suo amore

Contare tutte le donne con cui Tonio Fortebracci ha avuto una relazione nel corso della fiction sarebbe impossibile. Il suo percorso è stato costellato di matrimoni, notti di passione, amori a volte non ricambiati e relazioni intessute per potere o vendetta. Le donne più importanti per lui, però, hanno sempre condiviso lo stesso tragico destino. Tonio, infatti, ha visto morire tutte le ragazze che amava. Melina Bastianelli (Cosima Coppola) – madre di Antonia – morì dopo che i figli della Tripolina posizionarono una bomba sotto alla sua auto. Olga Miglio (Serena Autieri) perse la vita in un incidente d’auto. E poi Carmela Di Venanzio (Laura Torrisi), madre di Jonathan, fu uccisa dai colpi di pistola degli scagnozzi di Ettore De Nicola. Nell'ultima stagione, Tonio ha finalmente trovato la pace tra le braccia di Giada.

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Antonia, la figlia ripudiata che lo ha salvato

Sempre la sete di vendetta, ha portato Fortebracci a diventare involontariamente padre. Tonio, infatti, aveva intenzione di colpire la famiglia di Pippo O' Calabrese, lo strozzino che aveva spinto il padre al suicidio. Per farlo, ha sedotto e ‘disonorato’ la figlia Melina, affetta da una malformazione alla gamba. Da quella notte d’amore, è nata Antonia. La bambina fu prima ripudiata dal padre e cresciuta dallo zio Santi, che sposò Melina. Solo tra la seconda e la terza stagione, Fortebracci si è riavvicinato a lei, per assumersi le sue responsabilità. Antonia ha rappresentato la salvezza di Tonio, un seme piantato dalla vendetta che è germogliato in una possibilità di redenzione, l’unico stimolo di Fortebracci per chiudere con il suo passato macchiato di sangue. Tonio ha avuto altri due figli: Nicolas, figlio di Olga, morto tra le braccia di Santi durante l’attentato. E Jonathan, figlio di Carmela di Venanzio. Ed è proprio a partire da Antonia e Jonathan che Tonio proverà a riscrivere la sua storia, abbandonando i panni del padrino e abbracciando la vita di padre.

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