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La madre di Mario Biondo: “Praticata la terza autopsia, le foto della morte confermano l’omicidio”

Santina, madre di Mario Biondo, è stata ospite di Giancarlo Magalli a I fatti vostri per raccontare le ultime novità emerse a proposito della morte del figlio in Spagna. È stata praticata sulla salma una terza autopsia che ha negato la tesi del consumo di cocaina. La donna è certa: “Le foto della morte hanno tolto ogni dubbio: è omicidio”.
A cura di Stefania Rocco
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Santina, madre di Mario Biondo, è stata ospite di Giancarlo Magalli a "I fatti vostri" per rendere note le ultime novità legate al caso della morte del figlio, archiviato in Spagna come suicidio. I genitori si sono opposti a quell’ipotesi e hanno chiesto e ottenuto che fossero fatte altre indagini. Sono recenti i risultati della terza autopsia praticata sul corpo del cameraman italiano, risultati che avrebbero fatto emergere nuove incongruenze:

La terza autopsia ha fatto emergere un fatto nuovo e importante che noi e i nostri periti avevamo segnalato: il colpo che Mario aveva subito nella tempia sinistra. Un segno che è risultato essere più ‘vitale’ dal segno sul collo, un colpo forte. In questa nuova autopsia i CTU attribuiscono questo colpo ai movimenti che si hanno durante la fase di asfissia. Mario avrebbe sbattuto la testa ma non si sa dove, perché all’altezza della fronte non c’è una mensola, non c’è nulla. E poi in una fase asfittica i movimenti avrebbero fatto cadere le piume, la brochure e tutti gli oggettini. Le foto della morte hanno tolto ogni dubbio a chi pensava si trattasse di suicidio, è omicidio.

Le analisi: Mario Biondo non consumava abitualmente cocaina

La donna ha inoltre chiarito un altro aspetto chiave della vicenda. Le ultimi analisi effettuate sul corpo negherebbero la tesi secondo la quale Biondo avesse consumato cocaina: “In questa nuova esumazione è stato fatto di nuovo l’esame sui capelli e Mario è risultato negativo alla cocaina. Non era un abituale consumatore di cocaina”. Mancherebbe un movente che confermi l’ipotesi del suicidio. Secondo la madre, Mario si sarebbe comportato normalmente fino al giorno prima di morire:

Due settimane prima erano stati in clinica per fissare la data dell’inseminazione artificiale, era il 5 giugno. Non c’era movente per un suicidio. La sera prima di morire, Mario aveva chattato con la sorella e le aveva detto che era felice perché noi saremmo andati a trovarlo a Madrid, ci aveva comprato i biglietti. La settimana prima aveva estinto il suo debito con l’American Express e la sera prima aveva speso 850 euro per far revisionare la sua moto. Una persona che ha intenzione di suicidarsi non pensa a queste cose.

Le accuse alla moglie Raquel Sánchez Silva

Santina torna sui rapporti tra Mario e la moglie Raquel Sánchez Silva, conduttrice spagnola. Una serie di perizie avrebbero dimostrato che tra i coniugi c’erano dei dissidi: “Noi non siamo dei pazzi: l’omicidio, come il suicidio, deve essere dimostrato. E in questi anni il suicidio non ce l’hanno mai dimostrato. Le autorità spagnole non si muovono dalla tesi del suicidio ma il medico legale spagnolo è indagato per avere dichiarato il falso. Dalla perizia informatica, leggendo i vari messaggi che Mario aveva salvato, abbiamo scoperto che tra lui e Raquel c’erano attriti però Mario a noi non ha mai detto nulla, non voleva che noi ci preoccupassimo”. Infine, la donna è tornata sulla tesi dell’omicidio:

Se non si è suicidato, è stato ammazzato. Chi poteva avere interesse? Persone intorno a lui in Spagna. Sono convinta che avesse scoperto qualcosa di molto grave che avrebbe potuto rovinare la vita di qualcuno. E questo qualcuno si è mosso bene mettendo in scena questo finto suicidio. Non si vuole arrivare alla verità. Spero che il sostituto procuratore che ha in carica il caso possa considerare quello che c’è scritto e prendere in considerazione quello che c’è dietro, i vari interrogatori. La moglie ha detto delle cose non accettabili, non congruenti, non palesemente vere. Nel secondo interrogatorio, ha detto una sfilza di “non ricordo”, preoccupandosi solo della sua reputazione. Non si è mai preoccupata di quanto è accaduto al marito, un ragazzo di 30 anni. Non è mai stata dalla nostra parte, si è adoperata per bloccarci. Abbiamo chiesto due volte di riaprire il caso e lei si è opposta. Ha dichiarato che mio figlio era un drogato e anche questa tesi è stata smentita. Perché lo ha fatto? Noi non ci fermiamo, che sia chiaro. Siamo pronti ad affrontare altre spese. Mio figlio merita giustizia.

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