L’ultima puntata di Heidi, il commovente finale del celebre cartone
Heidi era simbolo di libertà, di un'infanzia serena vissuta a scorrazzare tra le montagne. La piccola, nata nel 1880 dalla penna della scrittrice svizzera Johanna Spyri, divenne un anime con la regia di Isao Takahata. Ambientato negli anni '30 sulle Alpi svizzere, il cartone racconta delle avventure della sua simpatica protagonista. Rimasta orfana in tenera età, è accudita dal nonno nella sua baita di montagna.
Chi non ha sognato almeno una volta di correre con lei per i prati insieme all'amico Peter o di spalmare l'invitante formaggio fuso sul pane appena sfornato, proprio come faceva Heidi? Simpatica, genuina e teneramente ingenua, era riuscita a farsi amare persino a Francoforte, lontana dal cane Nebbia e dai suoi cari. Nonostante la triste vita di città, infatti, la piccola ha finito per rivoluzionare le giornate di Clara, una ragazzina di 12 anni sulla sedia a rotelle a causa di una malattia. Come spesso accade, però, la trama generale è cosa nota a tutti ma non si può dire lo stesso del finale.
Andata in onda il 29 dicembre 1974 in Giappone, l'ultima puntata di Heidi è intitolata Care montagne ed è la numero 52. Dopo faticosi sforzi e lunghi esercizi fisici a casa della sua amica di montagna, Clara è riuscita finalmente a camminare e non solo a reggersi in piedi. Per festeggiare il lieto evento, decide di fare una sorpresa alla nonna invitandola a raggiungerla sulle Alpi. Quest'ultima non se lo fa ripetere due volte e, in men che non si dica, si reca in montagna accompagnata dal signor Seseman, il padre di Clara. Alla vista della piccola che muove i primi passi, la felicità è immensa. Con l'arrivo dell'autunno, però, la bambina deve tornare a Francoforte ma senza tristezza alcuna: presto, infatti, arriverà l'inverno e potrà andare di nuovo dalla sua Heidi.
La sigla di Heidi
"Heidi, Heidi, ti sorridono i monti. Heidi, Heidi, le caprette ti fanno ciao…", recitava il ritornello di Heidi. Impossibile non averlo cantato almeno una volta. Non tutti, però, sanno che la versione italiana della colonna sonora si basa su quella tedesca firmata da Gert Wilden, anziché su quella originale giapponese di Takeo Watanabe. Anche la celebre sigla non è da meno. Scritta da Franco Migliacci e cantata da Elisabetta Viviani, è una cover di quella composta da Christian Bruhn in Germania.
Nel 1978 ne uscì il 45 giri, che fece un record di vendite arrivando a superare il milione di copie in poco tempo. Dopo l'audioracconto e una nuova versione del motivo musicale nel 1983, si può dire che ancora oggi la canzone sia rimasta nella storia, proprio come l'anime che accompagnava. Inimitabile, la versione in 3D del 2015 e il film con personaggi reali di quest'anno non sono riusciti a entrare nel cuore del pubblico con lo stesso affetto.