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L’anticamorra contro Il coraggio e la passione: “Pupetta non è un’eroina”

Proteste da parte dei portavoce delle fondazioni anticamorra, che accusano la televisione di proporre un modello tutt’altro che eroico raccontando la storia di Assunta Maresca nella fiction “Il coraggio e la passione” in onda su Canale 5 dal 6 giugno.
A cura di Laura Balbi
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Appuntamento questa sera, giovedì 6 giugno su Canale 5 per la prima puntata de Il coraggio e la passione, la fiction ispirata alla vita di Pupetta Maresca. La storia della donna napoletana che sconvolse l'opinione pubblica negli anni '50 sarà interpretata da Manuela Arcuri, che torna sulle scene dopo un lungo periodo di pausa. Il racconto in tv della vita di Assunta Maresca, donna determinata a vendicare la morte del marito con ogni mezzo possibile, non è stata ben vista dalle associazioni anticamorra e dai parenti delle vittime della malavita. Raggiunti da Repubblica, Paolo Siani, don Tonino Palmese e Lorenzo Clemente motivano la loro protesta:

Non chiamate “eroine” queste figure disegnate per la tv che non vuole pensare. Chi propone come modelli persone che hanno condiviso dinamiche di morte e di potere, fa un danno al paese e uccide due volte gli innocenti ammazzati.

Tuonano Siani, presidente della Fondazione Polis e fratello di Giancarlo, giornalista ucciso dalla camorra nell'85, e Clemente, marito di Silvia Ruotolo, ammazzata per sbaglio durante una sparatoria di camorra. Sono loro le voci più rappresentative delle 300 vittime innocenti della camorra in Campania. La storia di Pupetta fa discutere 60 anni dopo; negli anni '60 la giovane Assunta uccise il camorrista Antonio Esposito, ritenuto il responsabile della morte di Pasquale Simonetti, altro boss della camorra. Le origini di Pupetta sono quelle della malavita organizzata, dopo la morte del marito la sua storia si intreccia con quella di un altro padrino poi pentito, Umberto Ammaturo.

I precedenti penali della Maresca non si contano, dall'omicidio all'associazione mafiosa, truffa, ricettazione e usura sono solo alcuni di essi. Durante la conferenza stampa di Canale 5 Assunta Maresca ha presenziato accanto alla sua interprete Manuela Arcuri, ed il suo personaggio adattato alle dinamiche televisive è stato descritto come "una donna di cuore, che si ribella alle convenzioni e al maschilismo."  Paolo Siani continua la sua lotta pacifica dicendo:

Queste fiction non servono all’antimafia seria, non servono alle famiglie, né ai giovani. Allora a cosa, a chi servono. Noi ci stiamo impegnando a rendere note le storie delle vittime innocenti. Stiamo provando con la Fondazione a raccontarle tutte, sono le storie di uomini e donne che, seppur offesi nella dignità, negli affetti e nella memoria, hanno saputo reagire rielaborare il loro dolore, trasformandolo in impegno civile. Uomini e donne che non fanno notizia che purtroppo non vedrete in tv, ma che per fortuna esistono. E sono la parte buona della nostra società, quella che noi abbiamo scelto di raccontare, e che non si vendica con la violenza ma che chiede verità e pena in un’aula di tribunale, e che non sempre la ottiene. Ma crede fortemente nella giustizia.

Un esempio negativo che non rende giustizia alle vittime, e non è da insegnamento allo spettatore. A supportare Siani chiude lapidario don Palmese: "La colpa di tale operazione, beninteso, non è della signora Maresca. Ma dell’editore che preferisce il prurito del denaro e del successo commerciale alla responsabilità etica di chi gestisce i media".

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