Kasia Smutniak a Propaganda: “La situazione in Polonia è nettamente peggiorata”
In collegamento a Propaganda Live nella puntata di venerdì 12 novembre è intervenuta Kasia Smutniak. L'attrice ha parlato delle condizioni del suo paese natio, la Polonia, al centro dell'interesse internazionale in questi ultimi giorni a causa dei migranti che si trovano al confine con la Bielorussia.
Kasia Smutniak parla della sua Polonia
Non è la prima volta che l'attrice si è trovata a parlare in prima persona delle problematiche del suo paese e, anzi, il fatto di essere un personaggio pubblico le permette di gettare luce su questioni importanti e a cui va data la giusta considerazione e che riguardano le condizioni politiche e sociali di un Paese. Kasia Smutniak, quindi, parla in questi termini della sua terra:
Purtroppo devo dire che la situazione è nettamente peggiorata, sai anche il covid come in tutti i Paesi ha inasprito gli animi, in una situazione molto difficile, nel frattempo c'erano delle manifestazioni per la legge contro l'aborto che è stata effettivamente approvata, quindi abbiamo un paese dove è impossibile abortire, abbiamo assistito a un consenso politico di gruppi neofascisti, nazisti, proprio naziskin per strada che sfilano tranquillamente durante la parate per strada […]. Quello che sta succedendo negli ultimi mesi, soprattutto adesso negli ultimi giorni.
L'attrice, poi, continua entrando più nel dettaglio e raccontando quello che sta succedendo in questi ultimi giorni e parlando anche dei gesti di sostegno e solidarietà anche a distanza. Eppure la situazione è sempre più ingestibile e alla disperazione si aggiungono anche azioni di vera e propria protesta:
Credo sia importante che la popolazione quando scenda in strada sia accompagnata, soprattutto donne, bambini, nonne, c'è questa nonna che si chiama Kasia che è super combattiva, è stata arrestata mille volte, ci sono testimonianze incredibili e in questi ultimi giorni c'è una luce verde sul terrazzo, per solidarietà. Non so che fare, sto qua, ma miei amici e tante persone comuni si sono date da fare, non c'è una staticità, c'è un senso della popolazione a quello che sta succedendo. Ci sono dei medici che si sono uniti e con un'ambulanza vanno al confine, perché è l'unico modo che hanno per arrivarci, nessuno può accedere nemmeno giornalisti, nessuno, oltre ai dispositivi medici portano con sé dei generatori per far ricaricare i telefoni, in modo che qualcuno possa comunicare. Due giorni fa sono state bucate le ruote di quest'unica ambulanza, una cosa terribile.