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Junior Cally: “Per quattro anni sono entrato e uscito dagli ospedali, pensavano fosse leucemia”

Junior Cally è stato ospite della puntata di Verissimo di sabato 29 febbraio 2020. Il rapper romano reduce da Sanremo 2020 ha raccontato il suo percorso artistico nella trasmissione di Canale 5 e ha cercato di spiegare il linguaggio delle sue canzoni che sono state oggetto di polemiche. Il cantante racconta, poi, a Silvia Toffanin la sua adolescenza difficile, trascorsa negli ospedali, alla ricerca di una cura per quella che si pensava fosse leucemia.
A cura di Ilaria Costabile
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Ospite della puntata di Verissimo di sabato 29 febbraio 2020 è stato uno dei protagonisti più discussi di Sanremo, ovvero Junior Cally nome d'arte di Antonio Signore. Il cantante è stato al centro di polemiche per i suoi testi, piuttosto forti e tendenti alla violenza, che sono stati criticati e tacciati dall'opinione pubblica. In studio da Silvia Toffanin, il 28enne si racconta senza filtri.

Le polemiche sui testi delle canzoni

Ed è proprio dalle polemiche che si parte, parlando con Junior Cally, da quella canzone che si chiama Strega che secondo molti inneggiava alla violenza sulle donne e al femminicidio, proprio da queste polemiche il rapper romano vuole partire per parlare del suo modo di fare musica e di esprimersi che, in qualche modo, accomuna gli artisti dello stile che ha scelto come sua forma d'arte:

Polemiche ce ne sono state tante, il liguaggio del rap andrebbe capito, domina le classifiche quanto i brani pop. Le polemiche hanno interessato soprattutto un brano, mai pubblicato, Strega. Molto spesso ci chiedono di limitarci. Innanzitutto bisogna capire chi decide il limite, perché il confine tra limite e censura è breve. Se fosse così anche i registi andrebbero censurati, se vediamo i film di Kubrick, Arancia Meccanica, sono film forti. Se dovessimo giudicare un libro solo da due righe. Quella canzone se andiamo ad analizzarla completamente, parla di tante altre cose, nella seconda strofa c'è un inno alla non violenza, parla di mio padre, parla di uno spaccato di società che purtrpoppo esiste. Ci sono delle parti di quella canzone che sono fiction. Ci sono anche quelle ragazze che farebbero di tutto per farsi vedere con un personaggio famoso. Eminem è stato chiamato nel 2001, pagato, a Sanremo per dire cose molto più forti di quelle che ho detto io. 

Junior Cally continua per la sua strada

A seguito di queste indagini sul suo passato e il ripescaggio di questi testi le accuse sono state tante, provenienti anche da monti estranei alla musica, come la politica. Molti si sono sentiti autorizzati a dire qualcosa sul suo conto, ma Junior Cally non ha mai rinnegato il suo passato, la sua arte e lo ripete anche a Silvia Toffanin: "Non mi sono vergognato, molti mi hanno accusato, ma molti mi hanno capito. Tutti i cantanti i gara hanno capito. Il rap è questo, dice cose forti senza filtri, io da ragazzino ascoltavo Marilyn Manson ma non ho mai cavalcato un maiale a Focene. Bisogna esserci del dialogo. Io sono contro ogni forma di violenza, di ogni tipo, anche quella contro le donne. Il mio rap non cambierà, nel mio vecchio album ci sono dei brani che parlano d'amore, ci saranno anche altri brani d'amore. Mia madre è una maestra elementare, ha sessant'anni e ha capito il linguaggio rap e ci si è immersa."

Un'adolescenza difficile

Senza dubbio il rap è un modo di esprimersi che spesso si associa ad un vissuto non semplice, quando poi si tratta di un'adolescenza difficile da affrontare facendo la spola tra un ospedale e un altro, allora la paura e la rabbia per il tempo perso diventano il motore di un qualcosa che parte da dentro e ha bisogno di venir fuori in qualche modo. Junior Cally racconta la sua esperienza che gli ha cambiato la vita, sebbene adesso possa dirsi soddisfatto e soprattutto felice:

Il linguaggio del rap proviene da una situazione di vita non agiata, sono cresciuto in un paesino di 1800 abitanti dove il pregiudizio la fa da padrone, per questo indossai la maschera, per farla franca contro il personaggio. Io ho avuto l'idea della maschera, perché credevo nelle mie abilità artistiche, la musica ha supportato il tutto perché se non fosse stato così il rap non avrebbe retto. Sono stato 4 anni aventi e indietro negli ospedali, per una presunta leucemia, per capire che malattia avessi. Poi ho capito che non avevo nulla, niente di così grave, anzi era un problema con le piastrine, dicevano che non potevo avere tatuaggi per questo problema e invece ho l'80% del corpo tatuato. Ho fatto penare i miei genitori, ho abusato di alcol per un periodo, dai 20 ai 23 anni, ne esci poi quando ti rendi conto che stai perdendo i contatti con le persone che ti amano, mi sono reso conto che stavo buttando la mia vita e mi sono detto fai qualcosa, vivi la tua vita in modo migliore. Ho cercato di recuperare il tempo perso.

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