J-Ax e Clementino censurati a L’Anno che Verrà, stravolto il testo di Tranqi Funky
Non può andare tutto alla perfezione. Se L'Anno che Verrà del 31 dicembre 2020 si è rivelato un appuntamento record, con picchi di pubblico sanremesi e uno spettacolo godibilissimo che ha visto Amadeus e Gianni Morandi imporsi come coppia televisiva, non sono mancati momenti di imbarazzo e imprevisti tipici di una diretta, che altrimenti non sarebbe diretta.
La censura di TranQui Funky
Il più curioso, e forse il meno casuale, è quello che ha riguardato l'esibizione di J-Ax e Clementino a mezzanotte passata, con il classico degli Articolo 31 Tranqi Funky. Il fattaccio riguarda i sottotitoli, strumento intelligente di questi ultimi anni, perché consente di cantare i pezzi proposti direttamente da casa, ma anche fonte di possibili disagi. Nello specifico i sottotitoli della canzone storica degli Articolo 31 saltano "casualmente" quando si arriva al passaggio che dice "muoviti arrapato tipo playmate di Playboy". I sottotitoli non solo ritornano magicamente dopo quella frase, ma tentano di riprende il testo della canzone stravolgendolo, finendo quindi per rendere palese l'intenzione censoria che avrebbe avuto qualche chance di passare inosservata senza questa stortura.
La bestemmia in diretta del 2016
D'altronde il rapporto tra L'Anno che Verrà e la sovrimpressione non è dei più fortunati. Lo stop ai messaggi degli spettatori trasmessi in diretta durante la serata fu deciso solo due anni fa, in conseguenza alla figuraccia capitata in diretta, quando inavvertitamente sfuggì al controllo un sms che conteneva una bestemmia. Errore dal quale venne fuori un'enorme polemica rimasta, in qualche modo, nella storia della televisione. A quanto pare, però, l'errore coi sottotitoli è sempre dietro l'angolo e anche quando si tratta di una semplice canzone da trascrivere, si possono presentare sulla strada degli imprevisti.
Chi decide in Rai cosa oscurare?
Per tenerci lontani da sterili polemiche, è giusto dire che questo articolo non ha intenzione di sollevare indignazione nei confronti del caso specifico, che è quasi irrilevante per quanto minuto. Si tratta però di uno spunto interessante per capire come funzionino le cose e chiedersi se su certi temi o aspetti vi sia una policy specifica in Rai, oppure se si ragioni per sensibilità individuale, affidando al singolo la responsabilità di decidere, secondo parametri arbitrari, cosa sia giusto mandare in onda e cosa no, quali sottotitoli leggere e quali no.