“Italia Sì” fatica a convincere al debutto, troppe le aspettative sul programma di Marco Liorni
Tra le partenze televisive più attese di questa stagione televisiva 2018-2019 c'era sicuramente "Italia Sì", il nuovo programma del sabato pomeriggio affidato da Rai 1 a Marco Liorni. Si tratta di un format inedito, ideato dallo stesso Liorni, che da tempo tentava di inserirlo ne "La Vita in Diretta" come segmento della trasmissione pomeridiana e che si è ritrovato a sperimentare, senza grandi garanzie e sprovvisto di paracadute, in una fascia oraria molto complessa per la prima rete del servizio pubblico, vista anche la concorrenza muscolare di "Verissimo".
Cosa non va in Italia Sì
Presentato come una traduzione televisiva dello speakers' corner di Hyde Park, dove chiunque è libero di issarsi su un palco e dire la sua, raccontando la propria storia, "Italia Sì" è strutturato attorno ad un podio, che si trova al centro dello studio, pronto ad accogliere persone comuni e non, libere di condividere con il pubblico, il conduttore e i giurati, un'esperienza, un pensiero. Un format da oleare, con un meccanismo che non è subito chiaro e che al momento non ha trovato grande supporto nell'attesa incisività di Rita Dalla Chiesa, Elena Santarelli e Mauro Coruzzi. "Italia Sì" abbraccia e mescola una enorme quantità di argomenti, dall'immigrazione ai cervelli in fuga, col risultato di risultare una indecisa via di mezzo tra talk e approfondimento. Non sono in discussione la professionalità e la naturale cortesia del conduttore, confermate a pieno, quanto l'identità di un programma annunciato come un format dai caratteri definiti che, dagli atti di questa prima puntata, necessita di un ampio rodaggio. Il resto lo faranno gli ascolti.
Perché tanta aspettative per Italia Sì?
A incuriosire è il processo attraverso il quale un contenitore televisivo del sabato pomeriggio sia finito per diventare uno dei programmi più attesi di questa stagione e qui conta tanto quello che è accaduto a Liorni negli ultimi mesi. Dato sin dalla bassa primavera in uscita dalla Vita in Diretta senza molte spiegazioni, il suo nome si è ritrovato improvvisamente al centro di voci e suggestioni sul suo futuro televisivo. Prima "Reazione a Catena", poi "L'Eredità", infine lo spazio del sabato pomeriggio. Un salto nel buio, viste le difficoltà dell'operazione. "Italia Sì" deve vedersela con un "Verissimo" consolidato e favorito da un budget imponente per singola puntata (basti pensare agli ospiti del debutto (Boldi-De Sica, Ventura e figlio, Albano e figlia, Bossari e Lagerback, Irina Shayk, Irama).
Marco Liorni e quel clima di sabotaggio in Rai
Ci è voluto poco per arrivare a vedere nell‘atteggiamento assunto dalla Rai verso Liorni un approccio molto simile a quello avuto con Giletti, al quale vennero proposti spazi alternativi ed impossibili per motivare la chiusura di un programma come L'Arena. Tutti sappiamo come sia andata a finire con Giletti.
Probabilmente questo clima da sabotaggio, unito all'incredibile mole di affetto che il pubblico ha riversato nei confronti di Liorni dopo la sua uscita da La Vita in Diretta, è stata la miscela che ha generato la grande aspettativa per "Italia Sì". Non è casuale che, volendosi affidare a molti commenti degli utenti sui social, sono numerosi quelli che partono da lontano con complimenti e manifestazioni di stima a Liorni, per poi chiudere l'argomentazione con un giudizio non certo positivo sul programma nella sua interezza. Non ci si può attendere una rivoluzione copernicana da una trasmissione del sabato pomeriggio, se lo fai è alto il rischio che tu rimanga deluso.