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Italia Domanda: Canale5 torna la rete che dovrebbe essere?

L’ammiraglia Mediaset parte questa sera con un approfondimento politico, in onda Nino alle elezioni. Da troppo tempo mancava uno spazio del genere, un onere più che un onore per una rete che vorrebbe la leadership.
A cura di Andrea Parrella
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Nel panorama televisivo italiano, contaminato a intrecci politici ed economici di sorta, tanto che liberarlo sarebbe più breve che provare a cercare gli intrecci per giungere al bandolo della matassa, mancava un punto informativo, che a dire la verità si è sempre ritenuto indispensabile. Canale 5 , da troppo tempo, conviveva con un buco forte nella sua programmazione, ovvero quella tanto lamentata copertura informativa le cui ultime tracce risalgono agli ultimi Matrix realizzati da Alessio Vinci (insediatosi al Tg5) nella scorsa stagione.

Poi nulla, una sorta di legge non scritta ha reso un fatto l'ipotesi nefasta che una rete ammiraglia potesse essere manchevole di un appiglio di approfondimento, un angolo a disposizione per le emergenze. E francamente non se ne è mai capito il perché, a dispetto della discutibile imparzialità dei canali informativi Mediaset. Questa sera, dopo mesi, la testata del tg di Canale 5 ritorna a prendersi ciò che avrebbe l'onere, più che l'onore di occupare: con Italia Domanda la rete cerca di conquistare un ruolo in quella giungla che può rivelarsi una campagna elettorale. Un periodo che ingurgita tutto in un moto vorticoso rigettandolo, dopo, non si sa in quali condizioni.

Questa sera Clemente Mimun interrogherà Bersani in prima serata, facendo scaldare la poltrona per colui che speriamo venga trattato il meno possibile per ciò che è: il padrone di casa. Silvio Berlusconi, ovunque e comunque, sarà di scena nell'ennesima e non ultima replica venerdì sera. Italia Domanda è una sorta di remake di un format lanciato nei lontani, primordiali, anni '90 da Gianni Letta. È plausibile credere che, aldilà dei risultati, Canale 5 ritorni ad essere, con questo programma, ciò che dovrebbe? Lo si ribadisce oggi, dopo averlo detto esplicitamente per mesi: è accettabile la programmazione blanda e spoglia di un minimo senso dell'investimento da parte di un gruppo che ambisce alla leadership nazionale? Si può lasciar vincere RaiUno per mancanza di concorrenza? Si può vivere di solo Maria De Filippi ed eventi straordinari?

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