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Io, Marco Paolini, “Vajont” su Rai2 e quei due o tre rimasti svegli

A cinquant’anni dalla tragedia del Vajont, è stato trasmesso il monumentale spettacolo di Paolini su Rai2: iniziato a mezzanotte, terminato alle tre meno un quarto.
A cura di Andrea Parrella
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"E' caduto un sassolino in un bicchiere pieno d'acqua, che è finita sulla tavola". La semplificazione giornalistica della tragedia del Vajont fu sostanzialmente questa, l'assunto da cui partiva Marco Paolini per il suo magistrale racconto della tragedia che 50 anni fa (50 anni e un giorno ormai) distrusse interi paesi di quella valle, provocando duemila morti. Uno spettacolo andato in onda in Rai nel 1997, il calcolo è facile, sedici anni fa. Sembra un'altra era geologica. Uno spettacolo che andrebbe mostrato nelle scuole in corrispondenza di ogni anniversario di quel tragico fatto. Una narrazione che tratta per filo e per segno l'intera vicenda, sin dai primordi, la costruzione di quella diga "perfetta", che probabilmente doveva essere costruita così perfetta in un'altra valle, poggiata su pareti rocciose più resistenti, che soprattutto meritava di essere costruita da soggetti più responsabili. C'è poco da dire e da aggiungere, questo capolavoro di Marco Paolini ha il tendenzioso obiettivo di dimostrare la tesi formulata da Tina Merlin, giornalista de L'Unità che si occupò del caso sin dal principio, la quale definì il tutto la costruzione di una tragedia: quindi la negazione del termine di tragedia stessa.

Tutto questo a mezzanotte. Come commento, in calce, oltre a restare ammirato dinanzi alla grandezza di Paolini (non si scopre nulla) non si può che limitarsi a sottolineare questo aspetto, l'orario di messa in onda: lo spettacolo è finito alle 2 e mezza, inoltrate. La Rai ieri non ha fatto molto per commemorare un fatto che riguarda lo Stato, di cui lo Stato è storicamente responsabile. Tentare di mostrare questo documento a qualche centinaio di persone in più, senza pretendere una prima serata (è pur sempre uno spettacolo di sedici anni fa), ma almeno una seconda che fosse tale, sarebbe stata un'azione significativa in direzione dell'assolvere ai propri doveri: fare il servizio pubblico. Oppure per teatro si deve intendere solo benigni? (con tutto il rispetto per Benigni).

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