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Insegno bastona la D’Urso: “Domenica In non cannibalizza eventi tragici per gli ascolti”

Il conduttore della nuova stagione di Domenica In critica le vittoria di ascolti sbandeirate dalla conduttrice di Domenica Live, smentendone la veridicità e contestandone i contenuti: “I perdenti non siamo noi, si informino..”
A cura di Andrea Parrella
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Una giornata è fatta di 24 ore, capita dunque, per una questione logica, che due programmi vengano a scontrarsi alla stessa fascia oraria su due reti televisive differenti. Ora, a noi comuni mortali non è dato sapere se l'astio tra i conduttori di quei due programmi venga naturale e spontaneo o se sia costruito ad arte per alzare il livello di attenzione del pubblico nei confronti dei programmi. ad ogni modo, quest'anno, come sempre, la lotta della domenica è tra Canale 5, dove la D'Urso ha oramai imposto il suo modello di televisione, che fa i suoi adepti, a scontrarsi con la Domenica In targata Insegno-Perego. Ebbene, i dati d'ascolto parlerebbero abbastanza chiaro, delineando una supremazia abbastanza netta della D'Urso, ma secondo Pino Insegno, che la attacca, non è esattamente così: "Se alla signora Barbara D’Urso fa bene al cuore dire in giro che vince la gara degli ascolti nel pomeriggio della domenica, faccia pure. E fa niente che a noi risulta tutt’altra cosa".

Ma non è tutto, perché il concorrente di Tale e Quale Show ci tiene anche ad offrire una lettura più profonda della nuova domenica di Rai1, di cui nei propositi è stata ridiscussa l'impostazione totale, non solo i volti alla conduzione. E dove da un lato, quello della D'Urso, c'è un'evidente tendenza a spremere l'argomento cronaca nera, la strada perseguita dall'ammiraglia Rai è differente: "Noi ce la mettiamo tutta evitando di cannibalizzare eventi tragici per un ascoltatore in più. Detto questo: i perdenti non siamo noi. Si informino…"

Ma il tema degli ascolti resta lì, ad imperare come se, sul fondo di tutto, aldilà di ogni qualsivoglia tipo di argomentazione, quei riferimenti numerici offuschino ogni interpretazione di altra tipologia, come se la battaglia alla battaglia degli ascolti, fosse solo una maniera per parlarne, per aumentare la quantità di discussione nel merito, appunto. E quindi Insegno, che alla guerra degli ascolti non ci sta, tira comunque la questionedal cilindro quando non si può proprio più evitarla:

A me questa storia della battaglia degli ascolti non va proprio giù, ma se dobbiamo dire la verità, ebbene: che sia detta tutta. La Rai ha deciso di porre fine al frazionamento dei programmi, un’abitudine forse anche esecrabile, che serviva a sbandierare qualche punticino di share in più sui giornali. Oggi c’è un risultato univoco che riguarda l’intera trasmissione. Se però andassero a guardare le curve degli ascolti, scoprirebbero che, se in una porzione del programma è avanti Canale 5 per pochi punti di share, in quella immediatamente successiva li sorpassiamo. E si va avanti così fino a quando cediamo entrambi la linea. Ma, mi creda, parlare di televisione in questi termini è deprimente

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