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Inaspettate miopie di Freccero

Il turpiloquio telefonico indirizzato a Francesco Borgonovo gli costa la sospensione. Alla base si fa fatica a capire come il direttore di Rai4 possa aver attribuito un valore educativo alla serie Fisica o chimica.
A cura di Andrea Parrella
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Carlo Freccero minaccia sciopero della fame. È imbestialito oggi, più di quanto lo fosse nella telefonata di qualche settimana fa, in cui trattava con poca cortesia Francesco Borgonovo, difendendo la serie spagnola Fisica o chimica (Rai4) dall’attacco pedante e spiccatamente moralista del giornalista di Libero. Freccero acclama il valore educativo della serie spagnola come attenuante della sua natura dissoluta. La cronaca si arresta qui, a questa affermazione, in una vicenda in cui ambo le parti riescono a conquistarsi una fetta di torto. L'impressione è solo che Freccero abbia preso una svista

Fisica o chimica è insignificante, pornografico no. Facciamo che più che insignificante è brutto, aggettivo che riesce a sintetizzare in un’unica definizione la sensazione suscitata dal coagulo di difetti che gli si potrebbero attribuire. Studenti di un istituto privato sciorinano le proprie vicende quotidiane. Siamo in Spagna e le vicende si abbigliano dei costumi normalmente dissoluti che sono manifesto dell’epoca politica di Zapatero. Il problema è che la disinvoltura dei personaggi nell’esprimersi sembra essere soggetta ad un diktat prefabbricato, varcando i limiti della naturalezza per invadere quelli della pura ostentazione. In più il prodotto filmico è rilegato con un’approssimazione amica di quella con la quale si realizzi la parte più corposa della fiction italiana contemporanea.

Il vuoto narrativo è riconducibile, più che ai temi, al modo adoperato per affrontarli. In Fisica o chimica non si percepisce, nemmeno lontanamente, la sensibilità necessaria a sviscerare vicende complesse come la sessualità intesa nelle più svariate forme, senza incappare nell’errore dell’imposizione, senza riuscire a evitare la deriva didascalica: è un bombardamento di gesti, parole e comportamenti che lascino passare come messaggio subliminale “ebbene, la trovi ancora una cosa tanto anormale?”. Non c’è delicatezza, solo amplificazione per una voce che prevede la normalità si insinui e si installi nella testa dello spettatore perché motivata dall’imbarazzo di sentirsi bigotto nel negarla. la Spagna con la sua dichiarata dissolutezza è un po’ come Bruxelles al primo impatto, coi suoi palazzoni, l’europeismo, la sua eterogeneità debordante: espressione della difficoltà a metabolizzare una rivoluzione culturale avvolgente, probabilmente positiva, ma di certo imposta d’ufficio, con un maxi-decreto legislativo. L’impressione che Fisica o chimica sia il frutto di queste difficoltà digestive, qualcosa che provenga da molto lontano, e che esemplifica la fase di passaggio culturale ancora in corso in Spagna.

Il direttore di Rai4 accusa Borgonovo di stare con quelli che vogliono il Don Matteo austero e perbenista, icona statica della nostra Italietta. Ma Don Matteo (che di certo non è il peggio visto negli ultimi anni) non è tanto diverso dal suo Fisica o chimica; i presupposti artistici non differiscano in nulla. Quale sarebbe, secondo Freccero, la funzione educativa del suo politicamente Scorretto a tutti i costi rispetto a quella del politicamente corretto di Don Matteo? L’unica via per una televisione possibile sarebbe dunque quella di detronizzare il politicamente corretto per assumerne i poteri? Il monarca viene deposto, a causa delle sue ingerenze, da un capopopolo che aizza la folla, ma che finisce solo per prendere il posto del predecessore. Carlo Freccero è un intellettuale, sa di avere il dovere di occuparsi dei valori estetici che la sua Rai4 comunica, affinché siano questi a dichiararsi tramite facce più svariate e politicamente Scorrette. C’è un disperato bisogno di realtà, spessore, di raffinatezza e di semplicità nel raccontare le cose. In cuor nostro sappiamo che Freccero sia ben conscio che Fisica o chimica ne sia sprovvisto e che la sua caduta di stile sia attribuibile al livore giustificato con cui si è imbarcato in una crociata ideologica.

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