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“In punta di piedi”, ora la camorra parla anche in dizione

“In punta di piedi” è un ambizioso film per la tv che mette in scena un ritratto anticamorra cercando di superare le esasperazioni dialettiche “alla Gomorra”. Qualcosa funziona, qualcosa no.
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"Un film anticamorra tutto al femminile. Noi donne sappiamo già quanto siamo forti, per questo spero che il pubblico sia soprattutto maschile". Queste sono state le dichiarazioni di Cristiana Dell'Anna nel presentare l'ambizioso "In punta di piedi", film tv di Alessandro D'Alatri, che racconta la storia di Angela, bambina che lotta contro un destino che sembra già segnato, quello di studiare l'arte della danza sostenendo il peso di un padre camorrista. Eppure, nonostante le speranze della Dell'Anna di ricercare attenzione sul pubblico maschile, il prodotto tradisce le sue intenzioni di cercare molto di più le donne, mostrando una camorra patinata, imborghesita e inverosimile, quasi glitterata. Sul piano del risultato, lo diciamo subito, se la cava benissimo contro il reality dirimpettaio.

Il passo falso di Marco Palvetti

Marco Palvetti, il sontuoso e rimpianto Salvatore Conte in "Gomorra – La Serie", commette un passo falso nell'accettare il ruolo di Vincenzo, sgherro della camorra che sogna la promozione a capo piazza, manco la malavita fosse davvero una società per azioni. Nei dialoghi, nelle premure e nelle attenzioni verso una figlia che sembra allevata in una campana di vetro, del tutto estranea al contesto, il Vincenzo di Palvetti è un camorrista posticcio che alterna scatti d'ira in dialetto a tranquille paternali in dizione perfetta. Un cattivo che sarebbe fuori posto persino in un romanzo rosa.

La Dell'Anna meglio della Guaccero

È credibile invece Cristiana Dell'Anna, anche lei reduce dal successo di "Gomorra – La Serie" nel ruolo della più mascolina e risoluta Patrizia, nel dare a Nunzia, madre di Angela, un tocco da svampita ingenua, tipico stereotipo della moglie del camorrista che ama fare la vita della signora fingendo di non sapere come si fanno a pagare i conti a fine mese ("Statte accorto, nun fà sciocchezze", dice al marito bonariamente). Migliora progressivamente nel mostrare al pubblico il suo cuore di madre, il suo comprendere talento e passione di sua figlia fino alla risoluzione finale e all'aiuto di Lorenza, la maestra di danza interpretata da una svogliata Bianca Guaccero. Poca profondità nel personaggio dell'attrice, che si limita a fare il compitino e a giocare di sponda sulle buone misure della Dell'Anna e su quelle della piccola Angela, interpretato da Giorgia Agata, già vista in "Troppo napoletano".

Bene Peppe Miale, il padre distrutto dal dolore

Una menzione al personaggio interpretato da Peppe Miale, il padre della piccola Lucia, l'amichetta di Angela uccisa per sbaglio nell'agguato a Vincenzo. Veste con grande dinamismo le preoccupazioni del padre di famiglia costretto ad avallare l'amicizia della figlia, preoccupazioni che si fanno presagio di qualcosa di più tragico, mostrando al pubblico tutto il dolore composto, beffardo e inerme dell'uomo perbene. Senza filtro.

L'anticamorra rosa in prima serata

"In punta di piedi" non è un film tv brutto, no, solo che non è credibile. È una storia in cui vince la speranza e in cui il bene, in un modo o nell'altro, trionfa sempre seppur pagando un prezzo. In definitiva, il film di D'Alatri è un ambizioso ritratto anticamorra che prova a superare le esasperazioni dialettiche e linguistiche "alla Gomorra". Qualcosa funziona, qualcosa no. È l'inevitabile, ormai risaputo, compromesso per trattare determinati temi in prima serata.

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