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Il verbo “mecciare” di Dossena ad Euro 2012

Piccole considerazioni “mecciando” Euro 2012 e RaiSport: non è possibile parlare a venti milioni di italiani come se fossimo tutti ad un corso d’aggiornamento.
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Piccole considerazioni "mecciando" Euro 2012 e RaiSport: non è possibile parlare a venti milioni di italiani come se fossimo tutti ad un corso d'aggiornamento.

Io meccio, tu mecci, egli meccia. E' solo uno dei tanti piccoli neologismi, di tutte le finezze stilistiche delle quali fa sfoggio Beppe Dossena durante le telecronache di quest'avventura italiana ad Euro 2012. Ovviamente si rifà al verbo inglese to match ed è corretto scriverlo in italiano così "matchare", molto in uso negli ambienti di lavoro dove parlare la lingua d'Oltremanica è condizione indispensabile. Usato tantissimo negli ambienti dei programmatori, degli scienziati, insomma in quello dei supernerd che confrontano parametri, cercano di far combaciare dei dati. Letteralmente quindi to match si può riferire ad accoppiare, abbinare, eventualmente intonare, seguito da up diventa andare insieme. Insomma nelle partite di calcio della Nazionale, dire in diretta televisiva a venti milioni di telespettatori che bisogna far "mecciare" i due reparti è un abominio. Perché, ad esempio, posso affermare con certezza che un contadino appassionato di calcio sia ben lontano da quell'ambiente fatto di corsi d'aggiornamento, così di moda negli ultimi tempi in tante aziende diretti da professionisti esterni che, rifacendosi alla letteratura motivazionale, hanno introdotto questi nuovi e simpatici termini.

Hanno trovato le chiavi. Fosse tutto per il problema che il centrocampo e l'attacco italiano non mecciano, probabilmente non staremmo nemmeno a parlare del buon Dossena. L'ex mezzala della Sampdoria, proprio nell'ultima partita Italia-Irlanda, fiero osserva nel momento migliore degli azzurri che finalmente "abbiamo trovato le chiavi". Peccato non si riferisse a quelle perse dalla tasca dei suoi pantaloni, ma a quella di gioco, quella che ti fa tenere "in mano" il centrocampo. Ed ecco, appunto, è la chiave, non le chiavi. Se è vero, come ha scritto Andrea Parrella sulle nostre "colonne", che capiRai che c'è di peggio in giro e che l'ostinato elenco "dosseniano" dei pregi della Nazionale è simpatico quanto incondivisibile, va dato atto che un evento di massa quale Euro 2012, dovrebbe essere diretto con meno pretese di originalità, in un mondo dove la televisione è già "old" e puntare ad una proposta più genuina. Che poi è quello che storicamente alla Rai è sempre riuscito meglio.

Il problema sta nell'invidia di Sky, quasi forte quanto quella ben più famosa che il caucasico medio nutre da secoli nei confronti dell'afro-americano. Si vuole per forza fare come il colosso di Murdoch, lo si vuole imitare avendo la metà dei mezzi e delle capacità. Un'ultima cosa: il paradosso più grande di quest'armata Brancaleone e che tra il primo ed il secondo tempo di una partita, mandano in onda anche la sua pubblicità con l'imbattibile proposta per la prossima stagione calcistica. "Epic fail".

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