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Il Rocco Schiavone di Marco Giallini è il segno che qualcosa sta cambiando in tv

Antidemocratico e con un senso di giustizia e dell’etica molto personale, ecco perché il Rocco Schiavone interpretato da Marco Giallini ha le giuste carte per diventare il personaggio rivelazione di questo inverno televisivo.
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Rocco Schiavone parte in quarta catturando l'attenzione di 3.5 milioni di spettatori, un dato che attende conferme già domani sera quando andrà in onda il secondo episodio "La costola di Adamo". Un risultato sorprendente per Rai Due che, seguendo le intenzioni di rinnovamento della nuova direzione generale di Ilaria Dallatana, ha avuto il coraggio di sperimentare portando sul piccolo schermo le avventure del burbero vicequestore protagonista dei romanzi di Antonio Manzini editi da Sellerio Editore. È la casa editrice che cura, tra gli altri, proprio la saga di Andrea Camilleri "Il commissario Montalbano" con cui sembrano esserci alcuni punti di contatto (ne "L'altro capo del filo", Montalbano legge le avventure di un vicequestore romano trasferito ad Aosta).

Antidemocratico e con un senso di giustizia e dell'etica molto personale, Rocco Schiavone sembra avere le giuste carte per diventare il personaggio rivelazione di questo inverno televisivo, anche perché sembra aderire perfettamente alla figura di Marco Giallini. Un uomo ruvido, un romanaccio di Trastevere costretto a lavorare ad Aosta, dove è stato trasferito per motivi disciplinari. Rocco è un cinico dalle cattive maniere ma incredibilmente lucido e bravo nel fare il suo lavoro. L'evento che ha cambiato la vita di Rocco è il più tragico possibile: sua moglie Marina (Isabella Ragonese) è stata ammazzata durante un agguato in cui il bersaglio sarebbe dovuto essere proprio il vicequestore. E forse questo il punto di contatto più intimo tra personaggio ed interprete, il vissuto doloroso di Marco Giallini coincide con quello del suo personaggio. La moglie Loredana, sposata nel 1993 e da cui ha avuto due figli, fu colpita da emorragia cerebrale nel 2011. "Entrambi sappiamo che si muore" – ha detto l'attore in conferenza stampa parlando del suo personaggio.

"Pista nera", il primo episodio su un totale di sei tutti diretti da Michele Soavi, colpisce per una scelta curata delle ambientazioni e per una fotografia, firmata da Michele D'Attanasio ("Lo chiamavano Jeeg Robot"), che è  perfettamente in linea con l'anima del personaggio e del contesto in cui si muove. Il cast è ottimo ma in questa prima puntata è Marco Giallini ad essere sopra le righe, oscurando gli inserimenti, che pur sono apparsi da subito azzeccati, in particolare di Ernesto D'Argenio e di Francesco Acquaroli. Il primo è impegnato nel ruolo di Italo, spalla del vicequestore soprannominato ‘donnola' per la sua caratteristica di essere un compagno affidabile e soprattutto fedele; il secondo è l'amico di sempre Sebastiano, un trasteverino doc che vive trafficando come può e alla giornata e che viene spesso aiutato dal vicequestore. Una menzione anche a Isabella Ragonese, che ha il compito di interpretare Marina nella forma di un fantasma, con cui Rocco scambia dialoghi di vita quotidiana. Un elemento che va ad aggiungere la nota più malinconica al personaggio.

Qualcosa sta cambiando

Si può obiettare che il personaggio di Rocco Schiavone sia il solito tentativo di presentare un personaggio stereotipato e conformista nel suo anticonformismo, quello dell'uomo di legge fuori dagli schemi, con modi burberi e che spesso agisce oltrepassando la linea della legalità . Ma c'è qualcosa di diverso in questa miniserie e non può che risiedere proprio nella grandezza di Marco Giallini, nella sua familiarità con Rocco e il suo dolore. Oltre a questa felice scelta del casting, che si fa fatica ad attribuire al caso, sembra esserci finalmente un'aria nuova nella tv pubblica che – dato lo strapotere contenutistico di Sky, Netflix e degli altri attori in gioco – prova ad osare con trasposizioni sempre meno patinate.

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