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La Rai del futuro: niente spot e canone in base al reddito

Riforma del servizio pubblico al centro della discussione del governo: sul tavolo l’esigenza di recuperare risorse dal canone, il più basso ma il più evaso d’Europa, oltre che il confronto col modello Bbc. Secondo il Corsera si pensa ad un calcolo del tributo rapportato al reddito. Nel frattempo il governo lancia un referendum per cittadini e addetti ai lavori sul sito Rai.
A cura di Andrea Parrella
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Con l'avvento del governo Renzi e i conseguenti propositi di riforma completa della struttura statale, è divenuto tema centrale di discussione l'atavico bisogno di ristrutturazione di un'azienda pubblica che delle contraddizioni italiche sembra essere lo specchio, ovvero la Rai. E' delle settimane scorse la polemica nazionale ed il conseguente lascito dello sciopero sospeso dei dipendenti Rai per i tagli da 150 milioni previsti nel decreto Irpef del governo Renzi, che ha visto prima prendere parte al dissenso dei pezzi grossi dell'azienda, volti noti che poi si sono per lo più svincolati, lasciando il folto gruppo di operatori ad alimentare la protesta.

La squadra per il rinnovamento

Di fatto, condivisibili o meno che siano i modi, alla base della questione c'è la volontà da parte dell'esecutivo di avviare un profondo rinnovamento nel servizio pubblico televisivo, che si muove principalmente sul vettore del recupero di risorse che possa successivamente avviare un rinnovo profondo dell'idea di Rai, al quale sta lavorando la cosiddetta troika cui Renzi ha affidato questo compito: Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, e Giovanni Legnini, sottosegretario all’Economia.

Come evitare l'evasione del canone?

Non v'è dubbio che tra le principali questioni che possano invertire il trend negativo della Rai anche in termini di reputazione presso i contribuenti, c'è quella di rivedere le modalità di pagamento del canone televisivo, il più basso in Europa, ma al contempo il più evaso. Il 26% degli italiani infatti non paga il tributo dovuto, comportando alla Rai perdite che vanno dai 500 ai 600 milioni annui. In che modo recuperare queste risorse? Secondo quanto affermato ieri dal Corriere della Sera, si starebbe continuando a riflettere sulla questione del cosiddetto equo canonee e, oltre alle ipotesi del pagamento legato all’utenza elettrica e coordinato con la residenza, nelle ultime ore si sta avvalorando l'ipotesi di un canone pagato in base al reddito, dunque più alto per chi presenta una dichiarazione dei redditi più sostanziosa e chiaramente più basso per chi, come i pensionati, ne presenta una meno cospicua.

Mettere Rai Way sul mercato

Inoltre, sin da quando a Renzi è stato chiesto come immaginasse la nuova Rai, oltre che la libertà dai partiti il premier non ha mai nascosto di credere necessaria la vendita di Rai Way, l'azienda che fa riferimento alle strutture di trasmissione del servizio pubblico, che doveva essere messa sul mercato anni fa e che molti, oggi, ritengono non sia più conveniente lasciare sia ingurgitata dalla concorrenza privata. Quotare in borsa un terzo di Rai Way, che vale un miliardo di euro circa, porterebbe nella pancia dell'azienda pubblica circa 300 milioni di euro.

Rai senza pubblicità, come la Bbc

Ma a quali finalità porterebbe questa spending review aggressiva e decisa? Come cambierebbe la Rai dal punto di vista strettamente editoriale? L'idea generale è che il servizio pubblico non possa essere completamente autonomo se non svincolato dalla pubblicità: sino a che tutte le reti saranno schiave dell'aspetto commerciale, la deriva degli ultimi vent'anni del continuo rincorrere il dato di share non potrà mai invertirsi di rotta. Il conciliabolo "nominato" da Renzi vorrebbe una Rai quasi completamente priva di pubblicità, con la sola Rai1 caratterizzata da quel 12% di pubblicità per ora concessa dalla legge Gasparri. Il modello, per quanto lontano dall'essere effettivamente riproposto in toto, sarebbe quello, come sempre, della Bbc inglese, completamente libera da pubblicità con la sola eccezione di Channel 4.

Il referendum proposto dal governo

Probabilmente il massimo ottenibile allo stato attuale resta quell'idea di Renzi di avere almeno un canale senza spot e, a questo proposito, sempre secondo il Corriere, il governo starebbe studiando i quesiti per un referendum da proporre sul sito della Rai, in cui consultare cittadini, addetti ai lavoro nonché pubblicisti, per capire insieme come potrebbe diventare il nuovo servizio pubblico, parimenti a quanto accadde per la riforma della pubblica amministrazione. Queste le domande ipotizzate: quante Reti Rai volete senza spot? Quante testate giornalistiche? Quali contenuti volete?

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