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Britney Spears contro la tutela legale

Il documentario su Britney Spears arriva in Italia, dove vederlo

La docu-inchiesta di The New York Times Presents dal titolo “Framing Britney Spears” arriva anche in Italia Discovery Plus dal 1 marzo. In queste ultime settimane, grazie a questo documentario che racconte le mille vite della popstar, si è tornati molto a parlare di lei, al punto che Justin Timberlake si è scusato con lei.
A cura di Andrea Parrella
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Non si placa l'attenzione mediatica su Britney Spears, dopo l'uscita di “Framing Britney Spears” il nuovo documentario del New York Times che racconta le tante vite della 39enne ex regina del pop americano Britney. Dal suo rapporto precoce con le telecamere, all’aggressività dei media nei suoi confronti, fino alla caduta e alla conservatorship degli ultimi 13 anni. Hollywood si è accorta di aver sbagliato con Britney Spears, e adesso sta cercando di rimediare. La docu-inchiesta di The New York Times Presents su Britney Spears arriva anche in Italia Discovery Plus dal 1 marzo. 

La conservatorship del padre di Britney Spears

Il doc ha indagato a fondo sull'aspetto relativo alle polemiche sollevate negli anni contro il padre Jamie Spears, reo di condizionare totalmente l'accesso alla vita pubblica della cantante, reclusa in una bolla familiare. Il movimento #FreeBritney, da iniziale parodia diventa un gruppo sempre più nutrito di persone che sostengono il proprio amore per la popstar e per la sua libertà espressiva, un'influenza sempre maggiore nei mass media, che incominciano a riportare sempre più spesso la notizia di fiammanti proteste. A queste si aggiungono le ulteriori trattative sulla conservatorship, che Britney cerca di togliere a suo padre anche attraverso le vie legali, cercando di confinare i suoi averi nelle mani della sua tutrice personale Jody Montgomery e nella società azionaria Bassemer Trust. La sconfitta, per adesso, con l'ulteriore prolungamento della conservatorship a favore del padre Jamie Spears, è solo una parte del risultato finale ottenuto dalla cantante, con il movimento #FreeBritney diventato sempre più presente nelle cronache mondane, citato anche in un testo letto dalla stessa legale di Britney Spears in tribunale, che ha ringraziato i fan per il supporto.

Le scuse di Justin Timberlake

All'uscita del documentario e al riaccendersi della discussione su Britney Spears, erano seguite le parole di Justin Timberlake, che si era voluto scusare personalmente con lei e Janet Jackson: "Ho visto i messaggi, i tag, i commenti e le vostre preoccupazioni e voglio rispondere", ha scritto Justin Timberlake su Instagram, "Sono profondamente dispiaciuto per le volte nella mia vita in cui le mie azioni hanno contribuito al problema, in cui ho parlato a sproposito o non ho parlato per ciò che invece era giusto. Capisco di non aver fatto abbastanza in quei momenti e in molti altri e di aver beneficiato di un sistema che condona misoginia e razzismo. Voglio in particolare scusarmi con Britney Spears e Janet Jackson individualmente, perché ci tengo e rispetto queste donne e so di aver fallito. Mi sento obbligato a rispondere, in parte, perché chi è coinvolto si merita il meglio e, soprattutto, perché questa è una conversazione più ampia di cui desidero con tutto il cuore far parte e dalla quale imparare".

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