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Il dibattito di centrosinistra su SkyTg24 in un misero minuto e mezzo

Sky tg 24, in occasione delle primarie, ha organizzato un dibattito basato sulla brevità, elemento fondamentale più per tempi televisivi che per tempi della politica. In un minuto e mezzo si può dire davvero poco e questo si è capito subito.
A cura di Andrea Parrella
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Il confronto: primarie di centrosinistra

Per digerire un dibattito con queste caratteristiche bisogna indubbiamente averci il fisico. Se è vero che lo scontro tv è stato concepito su standard d'oltreoceano, di quelli che televisivamente funzionano da secoli, o siamo troppo poco americani noi, oppure  Sky qualcosa ha stravolto. E' più accreditata la prima supposizione, ma poco importa. Importa invece che un dibattito politico gestito così impone un modello di successo che non è troppo legato all'efficacia dei temi trattati. Sarà importante la brevità, l'efficacia, ma che per favore non diventi un quiz di Bonolis: quei novanta secondi sottovalutano impietosamente una buona costruzione verbale, prediligendo l'impatto e l'effetto speciale (qui le pagelle del dibattito di ieri sera).

Novantesimo secondo – Detto in tutta franchezza, noi non siamo contro la politica degli spin doctor, consiglieri verbali e pubblicitari che studiano a menadito le campagne elettorali per esserne a tutti gli effetti i deus ex machina. Anzi, il centrosinistra ha bisogno di un'iniezione di eccitanti proprio in termini di comunicazione, vista la prima pagina del sito con I fantastici 5. Il valore della comunicazione è  fondamentale, ma accettare di impostare un dibattito in questo modo, se è vero che Bersani ha deciso si dovesse tenere su Sky, è stato un clamoroso errore, un autogol in piena regola, visto come possa sguazzare Renzi in tale habitat. E soprattutto, è una strada questa che conduce gli incontri verbali a basarsi su proclami dei quali lo spettatore non coglie altro che l'astuzia espositiva, e molto meno i contenuti. Un minuto e mezzo è troppo poco, limita tutti, non solo la logorrea di Vendola.

Equità o brevità? – Forse c'è un po' di distanza tra la forma che un evento televisivo del genere dovrebbe assumere, ai fini di un'utilità sociale e parità tra i partecipanti, e la maniera in cui la televisione decide di servirsene, imponendo un format che agli occhi di tutti sia il più equo possibile. E' equo nel senso che impoverisce equamente  tutti, non lasciando possibilità alcuna di espressione. Poi ci si lamenta che ieri non abbiano tirato fuori cifre rilevanti da poter contestare col loro fact checking: è naturale, chi si sarebbe mai azzardato a bruciarsi dieci secondi per citare banalissimi numeri?

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