Il Caso Enzo Tortora stasera su Rai 1. La figlia Gaia: “Non lo guarderò”
Romanzetto d'appendice. Così Gaia Tortora, figlia di Enzo e giornalista/conduttrice del Tg La7, definisce la fiction che stasera andrà in onda su Rai 1 dal titolo "Il caso Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?". Protagonista indiscusso Ricky Tognazzi nei panni di Tortora, celebre conduttore televisivo che venne messe al patibolo da alcuni camorristi e che morì, dopo l'assoluzione con formula piena, per un tumore. Una storia che fa riflettere e che mostra i lati più oscuri della giustizia italiana. Una fiction che farà tanto discutere visto che le figlie negano di essere state invitate all'anteprima all'Auditorium Rai di Napoli e negano addirittura il loro benestare ad un prodotto audiovisivo che non volevano affatto. L'ennesima fiction che ricorda loro padre, che cerca di ricostruire la sua storia. Non ne possono più. Oggi Gaia Tortora al quotidiano La Stampa ha dichiarato:
Ho manifestato in più occasioni i miei dubbi a Ricky Tognazzi e ai produttori sull'opportunità di realizzare una fiction su mio padre. Certe storie vanno raccontate con attenzione, senza scivolare nel romanzetto d'appendice.
Le figlie non hanno partecipato all'anteprima della fiction nè intendono guardarla stasera, eppure non hanno alcuna intenzione di intraprendere un'azione legale nei confronti dei produttori. Il rischio è che si possa svilire l'immagine del padre, secondo Gaia Tortora:
Io ho il dovere di tutelare i sentimenti dei miei familiari. Nessuno ci ha fatto vedere il girato. Non ho ricevuto inviti per la proiezione. L'ultima mail ricevuta risale a febbraio, ora siamo a settembre. Mi è stato inviato in gran fretta il testo della fiction. L'ho letto attentamente e non mi è piaciuto: è romanzato e non ha attinenza con la realtà.
Non condivideva nemmeno la seconda stesura e nonostante i suoi continui no la produzione ha continuato a girare lo stesso. Adesso non è sua intenzione fare barricate "perchè siamo in un paese libero", ma ha altresì la libertà di dire che non la guarderà. Noi siamo curiosi di sapere in quanti saranno davanti alla tv per seguire una fiction che ha tutte le carte in regola per sbancare l'auditel, visto l'interesse che suscita il caso Enzo Tortora e la polemica che ne è derivata in questi giorni, quindi i continui botta e risposta tra la famiglia Tortora e la produzione. Questo invece il commento di Ricky Tognazzi a Leggo:
Pensiamo di aver raccontato con discrezione e rispetto anche l'uomo, i suoi difetti e i suoi pregi, le sue manie e i suoi affetti, aiutati anche dai libri dai quali abbiamo attinto. Quando Enzo viene spogliato della sua celebrità e strappato dal grande palcoscenico della televisione quello che rimane è un uomo come noi. Abbiamo cercato di trovare un equilibro tra cronaca e sentimenti, raccontando la storia di un fratello ed una sorella uniti da un rapporto anche professionale, che percorrono insieme un cammino che va dall'infanzia ai successi della maturità e che si proteggono l'uno con l'altra, discutono, litigano ed amano.
Una fiction credibile secondo l'avvocato Coppola, difensore di Tortora in collegio con Della Valle e Dall'Ora, che si confessa sulle pagine del quotidiano Il Mattino di Napoli:
Una miniserie complessivamente credibile pur con le dimenticanze che la trasposizione tv comporta. Lo stesso può dirsi per il protagonista: Tognazzi è riuscito bene ad esprimere la profonda sofferenza vissuta da Tortora […] Il merito della fiction è anzitutto quella di averla girata, il caso e l'uomo non devono essere dimenticati. Le scene in carcere poi fanno riflettere sulle condizioni di vita dei detenuti. Demeriti? Qualche concessione di troppo alla vita privata di Tortora.