‘I nostri figli’ e la storia di Marianna Manduca, uccisa dal marito che denunciò 12 volte
Il film ‘I nostri figli‘ diretto da Andrea Porporati con Vanessa Incontrada e Giorgio Pasotti narra la storia di una coppia che accoglie gli orfani di una vittima di femminicidio. La trama è ispirata al caso di Marianna Manduca, assassinata dal marito Saverio Nolfo a Palagonia, in provincia di Catania. La donna ha denunciato l'ex compagno dodici volte, ma nessuno è stato in grado di proteggerla. Un cugino di Marianna, Carmelo Calì, ha adottato insieme alla moglie Paola Giulianelli, i tre figli della Manduca. Il film ‘I nostri figli‘ ripercorre la loro storia e la scia di dolore che lo straziante caso di Marianna ha lasciato dietro di sé.
L'ex marito la perseguitava
Marianna Manduca aveva deciso di separarsi dal marito Saverio Nolfo. Tra loro era in atto un contenzioso per l'affidamento dei tre figli di 3, 5 e 6 anni. Nonostante avesse ottenuto l'affidamento, l'uomo aveva gettato la sua ombra sulla vita della ex compagna, condannandola – con le sue continue intimidazioni – a vivere gli ultimi anni tra le pieghe della paura. Come nel peggiore degli incubi, il grido di aiuto di Marianna era rimasto inascoltato. Così, Nolfo aveva continuato a minacciarla pubblicamente, premurandosi di informarla che presto gliel'avrebbe fatta pagare. La donna si sentiva intrappolata in un macabro conto alla rovescia.
Le minacce di Saverio Nolfo e le dodici denunce
Nonostante l'ex moglie l'avesse denunciato dodici volte, Saverio Nolfo non si lasciava intimorire e, indisturbato, continuava ad avvicinare Marianna Manduca per minacciarla. I gesti intimidatori non erano inibiti nemmeno dalla presenza dei bambini. Davanti a loro, infatti, Nolfo non ha esitato a tirare fuori un coltello con una lama di circa 10 centimetri e con spavalderia l'ha usato per pulirsi le unghie. Nella denuncia che Marianna Manduca ha presentato il 30 maggio 2007, inoltre, si legge:
“Questi estraeva dalla sua tasca un coltello a scatto e davanti ai bambini, con aria di sfida nei miei confronti, lo utilizzava platealmente per pulirsi unghie e mani. Mentre maneggiava una sorta di arco artigianale, alla mia vista puntava l’arco caricato con una sorta di freccia metallica ricavata da una parte di antenna acuminata. Sono stata nuovamente minacciata da Nolfo il quale maneggiando quell’arco scoccava al mio indirizzo la freccia precedentemente notata. Fortunatamente la freccia non mi ha colpito, cadendo a circa 50 metri dalla mia sagoma. Successivamente questi si faceva trovare maneggiando il medesimo coltello con il quale si avvicinava a me, detto coltello aveva la lama a punta di circa 10 centimetri".
Nessuno ha afferrato la mano tesa di Marianna
Nonostante Marianna Manduca si sia rivolta costantemente alla Procura di Caltagirone, nessuno è stato in grado di neutralizzare Saverio Nolfo. La donna sentiva che il suo ex marito l'avrebbe uccisa e vedeva nelle continue denunce l'unico modo che le restava per difendersi. Nei documenti riportati dall'associazione ‘Insieme a Marianna' traspare la sua disperazione davanti a una morte che sembrava impossibile da evitare:
"In numerose occasioni il mio ex mi ha minacciato di farmela pagare definitivamente. Ho già presentato numerose denunce e querele ma nulla è cambiato. Il suo atteggiamento violento e prevaricatore non si ferma davanti a niente. Non so più cosa fare, temo per la mia incolumità. Non mi rimane altro che continuare a denunciare nella speranza che qualcuno mi ascolti".
3 ottobre 2007 – Il femminicidio
Il 3 ottobre 2007 è stato l'ultimo giorno di vita di Marianna Manduca. A Palagonia, Saverio Nolfo ha atteso l'arrivo in auto dell'ex moglie, accompagnata dal padre. Ha speronato la vettura della Manduca frontalmente, poi l'ha aggredita con un coltello. La donna è morta dissanguata dopo aver ricevuto diversi colpi all'addome e al torace.
Nolfo condannato a 20 anni, condannati anche i pm
Saverio Nolfo è stato condannato a 20 anni di carcere con rito abbreviato. Nel 2017 la Corte d’appello di Messina ha stabilito che ci fu "dolo e colpa grave nell'inerzia dei pm" che non riuscirono a fermare l’ex marito della Manduca nonostante le reiterate denunce. La Presidenza del Consiglio dei Ministri è stata chiamata a risarcire i figli di Marianna. Palazzo Chigi ha impugnato la sentenza di condanna della Procura di Caltagirone. I tre figli di Marianna, intanto, vivono a Senigallia. Sono stati addottati dalla famiglia di Carmelo Calì, cugino della vittima.