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I Negramaro riuniti in Tv, Lele Spedicato: “La mia cura sono loro”

La band salentina torna al completo a Che Tempo Che Fa, raccontando il lungo stop dovuto al malore che ha colpito il chitarrista Lele Spedicato, che ha raccontato la lunga riabilitazione: “Ho dovuto imparare a camminare e fare quei piccoli gesti quotidiani di cui capisci l’importanza e la grandezza solo quando vengono a mancare”.
A cura di Andrea Parrella
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I Negramaro scelgono Che Tempo Che Fa per tornare tutti insieme in televisione, dopo gli ultimi anni difficili segnati dal malore di Lele Spedicato. "Riprendiamo a lavorare, perché abbiamo tantissime cose da fare", racconta Giuliano Sangiorgi, che si sofferma sulla vicenda del chitarrista della band: "Il modo in cui quest'uomo è tornato è pazzesco. Il dono più grande di quest'anno per la nostra vita che verrà". Lele Spedicato ringrazia pubblicamente gli amici del gruppo:

"La mia cura sono loro, nell'amicizia, nel lavoro e nella vita. Il mio applauso a loro".

Il lungo silenzio della band

Nel parlare del documentario sui primi dieci anni di carriera della band, con immagini inedite che raccontano i primi dieci anni della band, Giuliano Sangiorgi esalta il legame che tiene insieme la band: "è la testimonianza di grandi amici che si vogliono bene e che attraversano, a prescindere dai successi, la vita e tutto quello che comporta restando insieme". I Negramaro sono fermi da tempo, il frontman della band in tempi non sospetti aveva detto che avrebbe lasciato la musica se Spedicato non fosse tornato. La parola passa poi a Danilo: "Sì, ti cambia un po' le prospettive, la percezione del presente. Ti rendi conto di quanto tutto sia effettivamente instabile. La vita è fatta di tantissime cose belle e brutte, bisogna solo accettarle e prenderle. La differenza sta nel come reagisci davanti a ciò che la vita ti prospetta". 

Lele Spedicato è ripartito da zero

Lele Spedicato, quindi, racconta il reset che ha affrontato, una condizione che lo ha obbligato a ripartire da zero: "Ho dovuto ricominciare, è stata una vera e propria rinascita. Ho dovuto imparare a camminare e fare quei piccoli gesti quotidiani di cui capisci l'importanza e la grandezza solo quando vengono meno. Anche prendere un bicchiere d'acqua e portarlo alla bocca per bere". 

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