I dieci migliori programmi d’informazione del 2012
Il mondo dell'informazione televisiva ha visto, nell'ultimo anno, netti cambi di direzione in corrispondenza alla conferma assoluta di capisaldi già esistenti. Questa top ten si annuncia senza colore politico, prende come riferimento una media orientativa tra i dati d'ascolto dei singoli programmi, il gradimento che i lettori hanno dimostrato per i singoli programmi durante l'anno ed anche l'apporto, in termini di novità e qualità, che i contenuti hanno saputo grantire nel modo di fare informazione. Ci sarà chi non concorderà (per fortuna), ma ecco la classifica che abbiamo stilato:
#10 – In molti esternano pareri negativi, prevale l'ironia sulla seria considerazione quando si parla di Porta a Porta e i plastici di Vespa sono divenuti così proverbiali da aver stancato i più illustri umoristi. Tuttavia va tenuto conto che l'approfondimento di seconda serata di RaiUno rimane la fonte ufficile dei luoghi istituzionali e dei partiti politici italiani ed è imbattibile in termini d'ascolto nella sua fascia oraria. Lo si può criticare, ma di certo non coprirsi gli occhi e far finta che non esista. Merita un posto nei dieci.
#9 – Con L'Ultima Parola Gianluigi Paragone è un altro di quelli che è riuscito nell'impresa di realizzare un talk dichiaratamente di destra, facendosi seguire. Tuttavia quest'anno merita di presenziare nella top ten per la sua metamorfosi "rock", in posizione di protesta e di sdegno, irriverente contro i poteri incapaci a governare (Paragone era uomo molto vicino alla Lega, inevitabilmente deluso dalle vicende che hanno riguardato il partito nell'ultimo anno). Inoltre il programma vanta un seguito importante su Twitter, nonostante non sia in diretta. La nona posizione spetta di diritto.
#8 – Buone parole vanno spese per Quinta Colonna, nato in una forma estiva piuttosto sterile (con la conduzione di Salvo Sottile) viene ripensato nella sua variane autunnale da Paolo Del Debbio. Ne esce fuori l'unico esperimento che si ricordi, degli ultimi anni, di un talk show filo destrorso che abbia riscosso successo. Del Debbio non è lontano dal poter essere definito "il Santoro di sponda berlusconiana e per questo merita l'ottava posizione. Ottavo posto e ad maiora.
#7 – Ci teniamo a dirlo, in barba ad ogni ragionamento commerciale plausibile: L'Infedele non avrebbe meritato di chiudere. Le caratteristiche del decennale programma di Lerner erano talmente atipiche da renderlo indigesto al pubblico. Tematiche criptiche, ospiti poco noti sul piccolo schermo, ma assolutamente autorevoli, tempi differenti da un consueto talk show. Il tutto ha provocato una moria di ascolti che la rete Telecom, con l'assoluta accettazione del conduttore, non ha ritenuto più sostenibili. Merita una menzione honoris causa in classifica, precisamente la settima piazza.
#6 – Otto e mezzo è un programma che ha assunto un importante peso istituzionale nel panorama dei contenuti di informazione politica. La brevità e l'essenzialità delineano le peculiarità vincenti della formula, ampiamente nota. L'autorevolezza degli ospiti in studio e della consueta rubrica di Paolo Pagliaro lo rendono uno dei primi luoghi di discussione politica della tv italiana, un salotto dove alcune affermazioni vengono rilasciate in esclusiva. Innegabile resta l'aplomb della conduttrice, Lilli Gruber, le garantisce la sesta posizione.
#5 – Ballarò non poteva mancare in questa top ten, lo confermano i dati d'ascolto in continua crescita e addirittura alcune prime serate nelle quali ha battuto l'intrattenimento della concorrenza. A favore di Floris, il cui talk continua a restare tradizionale, ci sono l'ampliamento dello spazio dedicato all'inchiesta e, soprattutto, il fattore Maurizio Crozza, oramai tra i personaggi più social dello stivale. Ballarò non potrebbe aprirsi meglio di come fa con le sue copertine.
#4 – Piazzapulita è un programma ancora in fasce eppure fa già sentire il suo peso. Nato la scorsa stagione, era prevista un'alternanza al giovedì con Santoro, poi riformulata in una sostituzione di Gad Lerner al lunedì sera. Lo stile è similare a quello del suo maestro professionale, Santoro appunto, un talk che vorrebbe strizzare l'occhio all'inchiesta un po' di più, ma che forse non lo fa abbastanza. Merita la quarta posizione per esser stato protagonista nel sollevare l'importante questione della democrazia interna al Movimento 5 Stelle con il famoso fuori onda di Favia.
#3 – Agorà va in onda da tempo, ma nell'ultima stagione ha assunto un peso specifico particolare, viste le particolari attitudini comunicative del suo conduttore, che da gennaio sarà, non a caso, direttore di RaiTre. Agorà è divenuto la voce mattutina della politica, comunica le dichiarazioni sugli eventi della giornata precedente che giungono in mattinata e, avendo ospiti di spicco in studio, detta molto spesso l'agenda della giornata. E' un terzo posto sacrosanto.
#2 – Per Report non si deve dire molto, tutti gli elogi sono già stati esternati. Le inchieste di Milena Gabanelli coniugano ascolti con grande sostanza. Il programma sposta l'agenda politica sui temi trattati, facendo luce su questioni che sono, nella maggior parte dei casi, sconosciute al pubblico medio. Si prende il secondo gradino del podio solo perché non è una novità, il che di per sé non è un demerito.
#1 – Servizio Pubblico, il programma messo su con gli sforzi di Michele Santoro e numerosissimi azionisti, ovvero i cittadini, con la famosa offerta di dieci euro, è di certo degno di nota per l'operazione realizzata: distaccato da ogni logica di rete nella sua prima stagione, va in onda su un parterre di reti locali e in streaming su internet, realizzando numeri importanti sin dalla prima puntata. Nella seconda stagione invece accetta di tarsferirsi a La7 per ampliare il bacino d'utenza, ma lo fa pretendendo l'assoluta autonomia nella scelta dei contenuti e le modalità di messa in onda. Con i dovuti bug di sistema e i vizi (forse di forma) è, per novità inrodotte, il contenuto d'informazione dell'anno