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I controsensi di Controcampo su Delio Rossi

La trasmissione decennale di Italia Uno ha perso ogni senso di esistere con la perdita dei tratti che la resero celebre. Ieri sera, con una discussione sterile e improduttiva, si sono esibiti nel gioco dei pro e contro l’allenatore della Fiorentina.
A cura di Andrea Parrella
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La trasmissione decennale di Italia Uno ha perso ogni senso di esistere con la perdita dei tratti che la resero celebre. Ieri sera, con una discussione sterile e improduttiva, si sono esibiti nel gioco dei pro e contro l'allenatore della Fiorentina.

La clip con Italo Celoro allenatore di ferro tratto da L'uomo in più di Paolo Sorrentino è scelta non a caso. Nel guardare le immagini che hanno fatto già il giro del mondo, dove Delio Rossi prende a pugni Adem Ljajic, tutti i media e il moralismo tipico made in Facebook, stigmatizza il gesto apostrofando l'allenatore come un pazzo, come un uomo che ha perso il controllo e via dicendo. Nessuno si sogna di dire che già soltanto venti anni fa, cose del genere non sarebbero mai successe, non certo perché gli allenatori erano più miti, ma perché i giocatori avevano quel Rispetto con la "erre" maiuscola per il proprio tecnico e ci si parlava ancora con il "lei". Fatte le doverose premesse, oggi si parla di Controcampo che, ai bei tempi delle origini, era quasi una bella cosa rispetto ad oggi, nonostante il pubblico urlatore e tamarro e la presenza di alcuni personaggi indicibili, impegnati a tenere a bada questa bellezza embrionale.

Paolo Ziliani diveniva sinonimo di pagella del posticipo e l'istrionico Giampiero Mughini, accomodato in posizioni scomposte, mandava a quel paese chi lo fischiasse. Piccinini di ieri sembra un miraggio rispetto all'anonimo Alberto Brandi che ci si ritrova oggi. E in fondo, il silenzio, la tribuna di discussione senza il pubblico che possa interferire, dovrebbero oggi garantire una certa tranquillità di fondo, la possibilità di esprimere i pareri di chi siede alla scarna tavolata che ogni domenica viene  animata su Italia 1. Si penserebbe ad un progetto sì ridimensionato nel corso degli anni, visto l'ampliamento recente di Mediaset che tende a concentrare lo sport sui canali Premium, ma comunque più delicato, discorsivo. Invece Controcampo è un censurabile trionfo di cazzeggio. Con un Giuseppe Cruciani incontenibile dinanzi ad ogni volontà di contenerlo, è disinformato e superficialmente provocatorio tanto quanto lo sia nel suo programma radiofonico La zanzara (che raccoglie, nonostante ciò, grosso credito). Diego Abatantuono prova a farglielo capire ogni volta che si incrociano di domenica notte: gravano su di lui le nostre speranze che qualcuno alzi le mani, schiacciando quella insopportabile zanzara

L'immagine della semi rissa ha cominciato ad essere trasmessa in modalità loop, con diverse inquadrature, per provare a cogliere il dettaglio. Paolo Liguori, ospite anche lui, pur stigmatizzando il gesto, avendo superato la soglia dei sessanta è naturalmente partito con la paternale, dicendo che Rossi avesse fatto bene e che Ljajic era stato arrogante. Il suddetto Cruciani gli parlava sopra e tu spettatore scacciavi qualcosa davanti alla tua faccia, credendo fosse un insetto. Abatantuono con un po' di senno provava a far capire che il concetto fosse un altro, ma veniva coinvolto dal fastidio vorticoso nel quale la Zanzara ti tira, la sindrome da ciabatta assassina. Infine Brandi, conduttore assente, prova col polso duro zittendo e dando la parola a Gianluca Paparesta. Qui il capolavoro: l'arbitro ha dimostrato di non conoscere il regolamento, andavano espulsi i protagonisti di rissa, anche se della stessa squadra. Sintesi è la decisione del presidente della Fiorentina di esonerare, per il gesto, Delio Rossi. Ma è lecito domandarsi se ce ne fosse davvero necessità.

Il gesto sconclusionato di Rossi, che pare una persona per bene, verrà interpretato come simbolo di una decadenza, mentre si azzarderebbe a dire che si tratti di pura umanità, anche se distorta. La logica di Controcampo è in linea con quella dei Della Valle e del mondo del pallone tutto, dove si mortifica un attimo di perdita del controllo con acri e dure punizioni, mentre si lascia scorrere tutto il sommerso del cattivo modus operandi. E poi gli schiaffi di Rossi sarebbero da squalifica e licenziamento? Si prediligono all'azione vera, atti solennemente punitivi a casi apparentemente più evidenti e clamorosi. Niente di differente dai maxi arresti di latitanti e fuggitivi, organizzati dallo stato con cadenze trimestrali. Poi la vera antimafia dov'è? Complimenti a Controcampo linea notte e al nulla che ha inscenato ieri sera.

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