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I 30 anni di “Chi l’ha visto?”, la messa laica del mercoledì sera

Il 30 aprile 1989 andava in onda la prima puntata di “Chi l’ha visto?”, tra i programmi più longevi ancora in onda della storia della televisione italiana. Una trasmissione senza tempo, dal successo immutato nonostante i cambiamenti della struttura e dei conduttori, che testimonia la forza di una Tv che prova a rimanere attaccata alla realtà.
A cura di Andrea Parrella
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Pochi programmi televisivi sono riusciti ad attraversare illesi il passaggio dall'analogico al digitale, la lunga transizione dai sei canali alle emittenti tematiche. "Chi l'ha Visto?" è di certo tra questi. Il programma, oggi condotto da Federica Sciarelli, è un must assoluto del panorama televisivo nostrano, un appuntamento imprescindibile divenuto una sorta di liturgia laica senza tempo, che viaggia in direzione contraria all'effetto usurante che il tempo esercita sulla televisione: "Chi l'ha visto?" viene fortificato dagli anni.

Anni che sono diventati trenta, ufficialmente, con la data di oggi. Domenica 30 aprile del 1989 andava in onda per la prima volta, concepito nella stagione che ha segnato prepotentemente l'identità di Rai3, ovvero quella della direzione di Angelo Guglielmi. Una stagione nel corso della quale nascevano i tre programmi che oggi risultano i più longevi ancora in onda: "Un Giorno in Pretura", "Blob" (che pure festeggia la sua terza decade quest'anno) e proprio "Chi l'ha visto?". Difficile che si tratti di un semplice caso e non sia, al contrario, un'evidente testimonianza dello stato di grazia della Rai3 di quel tempo, difficilmente replicabile.

I meno attempati, neofiti di questo credo del mercoledì sera, forse non sapranno che "Chi l'ha Visto?" non ha avuto sempre la Sciarelli al timone. Anzi, la giornalista è giunta alla guida del programma quando la trasmissione aveva già superato i primi dieci anni di vita, precisamente dal 2004. I primi furono Donatella Raffai e Paolo Guzzanti, inconsapevoli protagonisti della puntata inaugurale di un programma che avrebbe fatto la storia. "Chi l'ha visto?" nasceva come ampliamento dello spin-off di Portobello dal titolo "Dove Sei?". L'anno dopo Luigi di Majo rimpiazzò Guzzanti e successivamente venne affiancato da Alessandra Graziottini.

Dal 1993 inizia invece l'era delle conduzioni in solitaria, con un programma che cambia e dai soli casi di ritrovamento si orienta sempre più verso la cronaca. Una svolta che si materializza con l'arrivo alla conduzione di Giovanna Milella prima e di Marcella De Palma poi. L'ultima stagione dello scorso millennio è affidata a un quartetto composto da Fiore De Rienzo, Tiziana Panella, Pino Rinaldi e Filomena Rorro. Poi il quadriennio di Daniela Poggi, che apre al capitolo ancora oggi aperto di Federica Sciarelli.

L'eterna giovinezza di "Chi l'ha visto?" è d'altronde spiegabile attraverso gli ascolti che ancora oggi riesce a registrare, rappresentando una anomalia rispetto ai numeri abituali che la terza rete del servizio pubblico colleziona nelle altre serate della settimana. Un unicum assoluto fondato su una specificità che è stata la vera cifra innovativa della Tv verità, genere televisivo in cui è annoverabile "Chi l'ha visto?", ovvero la diretta, il contatto con il pubblico a casa, il flusso di segnalazioni costante, l'esasperazione di una ricercata congiunzione tra rappresentazione e realtà. Non senza che questo comportasse momenti complessi e criticati, come l'annuncio del ritrovamento del cadavere di Sarah Scazzi mentre la madre della ragazza era collegata in diretta con la trasmissione.

Nel micromondo televisivo attuale è difficile, quasi impossibile, rinvenire un programma che sia diventato un'istituzione pur conservando la freschezza immutata nel linguaggio e nelle scelte stilistiche degli esordi, così come ci è riuscito "Chi l'ha visto?" negli anni. Tutto questo a dispetto di numerosi mutamenti che hanno profondamente modificato la trasmissione, pur non alterandone la spina dorsale.

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