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Guadagnare 3600 € come cavia umana, la nuova frontiera della crisi

A Lucignolo 2.0 Marco Berry si è occupato di una tendenza che è sempre più comune: quella di concedere il proprio corpo per la sperimentazione in cambio di danaro. La curiosità e soprattutto l’esigenza economica alla base della scelta.
A cura di A. P.
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Marco Berry a Lucignolo 2.0 ha concentrato la sua attenzione su un caso molto interessante, che ha fatto riflettere gli spettatori della trasmissione: ha intervistato infatti diversi ragazzi che hanno deciso di concedere il proprio corpo per la sperimentazione scientifica in cambio di danaro. In sostanza, delle vere e proprie cavie umane. Non che il caso sia nuovo, o che non se ne sia mai sentito parlare, ma è vero che non erano stati indagati spesso i veri motivi per i quali una persona possa decidere di sottoporsi a questo tipo di terapie. Le prime due persone intervistate parlano dei centri come veri e propri lagher, così come sottolinea lo stesso Berry, ovvero posti in cui si viene reclusi per molti giorni, dai quali non si può uscire, costantemente costretti al controllo dei medici.

Al contrario, il ragazzo con cui Berry fa una chiacchierata  svela un volto molto più morbido della terapia e dell'atteggiamento stesso delle case farmaceutiche, le quali concedono informazioni con una documentazione dettagliata e precisa sulle possibili conseguenze di ogni sperimentazione e lasciano una sostanziale libertà piena di smettere quando si vuole. Inevitabilmente, parlare di soldi e compensi è indispensabile, essendo di fatto la motivazione principale, se non l'unica, per la quale una persona dovrebbe sottoporsi a questo tipo di sperimentazioni, per quanto il ragazzo afferma di essersi avvicinato anche per una curiosità di base nei confronti della cosa: "I pagamenti sono ottimi, considerando che il compenso è stabilito sulla base di ore di permanenza. Sono arrivato a ricevere anche 3600 € in due settimane".

In sostanza, per quanto lo stesso Berry critichi o comunque ritenga insufficienti le cifre propinate dalle case farmaceutiche, è altrettanto vero che le cifre si abbassano progressivamente, soprattutto in relazione ad un bacino d'utenza sempre maggiore, sicuramente dovuto anche alla crisi che avanza. Il ragazzo ha aggiunto: "Ho conosciuto persone che, per farlo, hanno preso le ferie".

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