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Gomorra – La serie: dopo la presunta estorsione, la produzione rinuncia a costituirsi parte civile

La casa di produzione Cattleya sarebbe stata vittima di racket durante la produzione di “Gomorra – La serie”. Ha deciso, però, di non costituirsi parte civile durante il processo che vede imputati tre esponenti del clan Gallo. Gli attori Marco D’Amore e Marco Palvetti, raggiunti da “Il fatto quotidiano”, hanno preferito non commentare, ribadendo la loro fiducia in Cattleya.
A cura di Daniela Seclì
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È dei mesi scorsi la notizia secondo la quale la casa di produzione Cattleya sarebbe stata vittima di estorsione e dunque costretta a versare una somma ulteriore rispetto a quella pattuita da contratto, per girare alcune scene di “Gomorra – La serie” a Torre Annunziata. Sono scattate, così, le manette per tre esponenti del clan Gallo-Pisielli, con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Come riporta Il Fatto Quotidiano, il processo è in corso a Napoli ma la casa di produzione vittima di racket, non si è costituita parte civile. Due degli attori della serie, Marco D'Amore e Marco Palvetti, sono stati ospiti della libreria Feltrinelli a Milano, dove si è parlato del lancio del dvd e blue ray della serie tv targata Sky. Entrambi, però, non hanno voluto commentare la vicenda. Marco D'Amore ha dichiarato:

"È una vicenda che non è pertinente al mio ambito di lavoro. Sono fermamente convinto dell'onestà e della buona fede di Cattleya e se ci sarà qualcosa da commentare lo farò, qualora ci sarà un processo o dei risultati certi di cui poter discorrere. Adesso non saprei cosa dire."

Marco Palvetti, Salvatore Conte in Gomorra – La serie, ha appoggiato le parole di Marco D'Amore:

"Non mi pongo il problema. Non sappiamo come siano andati i fatti, quindi parleremmo di niente."

Il Fatto Quotidiano ha evidenziato, inoltre, come tre manager di Cattleya siano indagati per  favoreggiamento. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche un'intercettazione in cui lo sceneggiatore Pasquale Meduri direbbe di augurarsi che l'affitto di “villa Savastano”, vada al boss Francesco Gallo anziché allo Stato.

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