179 CONDIVISIONI

Giulio Golia risponde agli insulti sul caso Stamina: “Di cosa dovrei vergognarmi?”

L’inviato de Le Iene non intende scusarsi per il servizio offerto sul caso Stamina, ritenendo legittimo quanto è stato fatto per raccontare la storia di molte famiglie disperate.
A cura di A. P.
179 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo che il ciclone della vicenda Stamina ha consegnato i suoi esiti, con l'inchiesta chiusa che ha inserito tra gli indagati anche Vannoni, la vicenda rischia di compromettere inesorabilmente la credibilità de Le Iene, che con Giulio Golia si erano lanciate nella crociata a favore della causa portata avanti da Vannoni riguardo le cure compassionevoli con cellule staminali. Da qualche mese in realtà, da quando Vannoni (che si candiderà alle prossime europee) è stato portato al centro dell'inchiesta, una parte dell'opinione pubblica chiede in qualche modo spiegazioni al programma di Italia 1 per un atteggiamento giornalistico che a detta di molti aveva strizzato l'occhio allo spettatore.

Giulio Golia, che si è occupato totalmente della vicenda, ha risposto sulla pagina Facebook ai molti che gli chiedevano delle spiegazioni e delle scuse, ritenendo del tutto legittime le sue ragioni e quelle del programma:

E’ poco più di un anno che seguo per le Iene la storia di alcune famiglie che hanno usato il metodo Stamina. Sono stato nelle loro case e ho conosciuto i loro bambini affetti da malattie che non lasciano alcuna speranza e non hanno nessun’altra cura possibile. Oggi, in concomitanza con l’indagine ufficialmente aperta su Davide Vannoni, qualcuno di voi mi ha scritto insultandomi con frasi come “ ti devi vergognare”. Di cosa? Di cosa mi dovrei vergognare? Lo Stato italiano ha permesso dal 2010 che il metodo Vannoni fosse adottato come cura compassionevole presso un’ospedale pubblico, quello di Brescia. Sessantaquattro famiglie hanno sperimentato queste infusioni grazie alle sentenze di circa 700 giudici (anche questi dello stato italiano) che hanno imposto che queste infusioni fossero loro somministrate molto prima che le iene se ne occupassero. L’Aifa ovviamente non poteva non sapere, così come il Ministero della Salute.
E io, noi delle iene, dovremmo vergognarci per aver raccontato queste famiglie di cui nessuno si è curato davvero? E che peraltro hanno un loro parere su queste cure, che nessuno ancora (ne comitati scientifici, ne politici, ne altri) ha avuto la voglia e l’onestà d’andare a sentire. Noi che questa voglia ed onestà l’abbiamo avuta e ne abbiamo reso conto col nostro programma, non sappiamo dirvi se questo metodo serva o meno a qualcosa. Ma sappiamo che sarebbe stato semplicissimo capirlo, volendolo capire…. Bastava permettere che l’Università di Miami analizzasse a gennaio 2014 queste staminali. In pochi giorni e con pochi denari si sarebbe saputo di che razza di staminali stavamo parlando. Ma l’Aifa, senza ben motivare per quale ragione, ha fermato tutto. Come è stato fermato, dagli scienziati italiani prima e dal ministro Lorenzin poi, il presidente del comitato scientifico prof. Mauro Ferrari che sempre nei primi mesi di quest’anno avrebbe dovuto capire se la sperimentazione meritava o meno. Gli è bastato affermare in un’intervista (concessa alle iene) che avrebbe parlato prima di tutto con le famiglie che hanno sperimentato sulla loro pelle il tanto discusso metodo (quelle famiglie di cui ancora oggi nessuno si è curato). E questo, solo questo, l’ha fatto diventare un principiante liquidabile da un giorno all’altro.
La giustizia farà il suo corso e Vannoni risponderà per ciò che ha fatto negli anni dal 2007 al 2010. Siamo i primi che hanno parlato dei suoi guai giudiziari. Guai giudiziari tutti risalenti a quel periodo, che con grande chiarezza abbiamo raccontato per primi nel corso del 2013 coi nostri servizi che potete trovare facilmente su www.iene.it. Andateli a vedere. E se dopo averli visti penserete ancora che ci dobbiamo vergognare, allora qualcosa non va…

Nel frattempo sulla sua bacheca non arrivano solo insulti, ma anche attestati di stima e ringraziamenti, oltre che testimonianze provenienti da quelle famiglie che con l'aiuto de Le Iene sono riuscite a far sì diventasse visibile la loro condizione.

179 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views