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Georgia Luzi si sfoga: “Un collega mi lanciò una sedia solo per aver espresso il mio parere”

La conduttrice pubblica un lungo sfogo su Instagram in cui racconta una disavventura vissuta negli scorsi anni, mentre lavorava a un programma televisivo. Nel post Instagram di Georgia Luzi c’è un’allusione decisamente esplicita a Pierluigi Diaco, che con Luzi condusse UnoMattina Estate nel 2010.
A cura di Andrea Parrella
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Un lungo sfogo, quello con cui Georgia Luzi, la conduttrice Tv e radio cresciuta professionalmente in Rai, ha pubblicato sul suo account Instagram. Parole forti con cui racconta di un caso accaduto in passato, quando un collega le lanciò contro una sedia "solo per aver espresso il mio parere". Il messaggio di Luzi accompagna un'immagine in cui campeggia la scritta "Quando ce vo, ce vo".

C’è chi sceglie il silenzio.
E chi decide di esporsi.
E ad entrambi va il mio rispetto.
Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno.
In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro, di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici.
Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno.
Quindi, vale tutto?! Eh no.
Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale, non valgono.

La sedia lanciata da un collega per una divergenza

Quindi lo sfogo di Georgia Luzi arriva al dunque: "E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il "caro collega" aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza. E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI".

L'allusione a Pierluigi Diaco

All'interno del posto di Georgia Luzi c'è un'allusione a Pierluigi Diaco. La conduttrice, infatti, nel parlare di "troppo amore" allude, seppur non facendone il nome, a qualcosa che il conduttore di Io e Te aveva pronunciato poche ore prima della pubblicazione del suo messaggio, in diretta su Rai1, giustificando le intemperanze di queste ultime settimane come eccessi dovuti proprio al troppo amore per questo lavoro. Nel 2010 Luzi e Diaco condussero insieme UnoMattina Estate, ma la conduttrice si guarda bene dall'associare a Diaco l'identità misteriosa del collega che tempo fa le avrebbe lanciato contro una sedia. La chiusura del messaggio di Georgia Luzi non è meno amara:

P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

C’è chi sceglie il silenzio. E chi decide di esporsi. E ad entrambi va il mio rispetto. Nella mia vita lavorativa ci sono stati periodi in cui ho accettato e subìto parole (e non solo) che forse avrei dovuto combattere ancor più energicamente di quanto abbia fatto. Anche se 1 metro e 60 di “bionditudine” non avrebbe spaventato nessuno. In quel momento…ho scelto di non “denunciare” almeno pubblicamente (ho continuato a lottare ogni giorno in silenzio, la testa non l’ho mai piegata). Sapevo a cosa sarei andata incontro e ho avuta paura. Paura di perdere il lavoro,di non essere creduta, di essere donna in un mondo di uomini. Perchè alle donne che scelgono di dire di “no” vengono fatte le pulci, ne vengono contestati i tempi e i modi (“come mai hai scelto di parlarne adesso e non prima?” “Ma non lo sai che i panni sporchi si lavano in casa???”) e così da vittime passiamo a carnefici. Queste persone sono le stesse che giustificano la propria condotta (meschina) con il “troppo amore” che mettono nelle cose che fanno. Il troppo amore…(un po’ come quelli che ti picchiano perché ti amano troppo). Quindi, quelli educati e perbene per far capire quanto ci tengono al proprio lavoro, devono insultare qualcuno. Quindi, vale tutto?! Eh no. Minacce, urla, parolacce non valgono. Arroganza, presunzione, violenza verbale,non valgono. E allora mi viene in mente quando un “collega” mi lanciò una sedia. E solo per aver espresso il mio parere. Fortunatamente il "caro collega" aveva sì un ego spropositato, ma anche una mira scarsissima. Mi ribellai… e nel tempo ho pagato le conseguenze anche di quello. Ancora oggi dà fastidio e fa paura che una donna abbia una testa pensante, abbia un’opinione e le sia data anche la libertà di poterla esprimere. Non permettete a nessuno di dirvi cosa potete o non potete dire, abbiate coraggio e siate gentili. Il loro “potere” è nulla di fronte alla vostra fierezza. E invece delle lacrime di coccodrillo, basterebbe portare rispetto. Perché siamo tutti UGUALI. P.s. ora direte che sto a rosicà in quanto attualmente non sto lavorando ad un programma; lo aggiungerò alla lista dei motivi per cui rimanere in silenzio.

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