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Verissimo 2020/2021

Garrison Rochelle: “Maria De Filippi la mia regina. Se mi chiede di tornare ad Amici accetto subito”

Il coreografo americano ha lasciato Amici ma non esclude il ritorno nel programma che gli ha regalato la popolarità. Ospite a Verissimo, ha parlato anche del suo desiderio di diventare padre: “A 63 anni è troppo tardi, oggi ho deciso di dedicarmi agli orfani. Assurdo che un bambino aspetti anni per avere una casa”.
A cura di Valeria Morini
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Dopo moltissimi anni, Garrison Rochelle ha deciso di lasciare Amici: un'assenza pesante per i fan più affezionati del talent di Maria De Filippi, su cui Pio e Amedeo nel corso di una puntata avevano scherzato citando "Chi l'ha visto?". Come la conduttrice aveva spiegato, lo storico coreografo del programma è tutt'altro che sparito ed è impegnato a teatro, con un musical. L'addio (o arrivederci) ad Amici è stato però durissimo e il ricordo è ancora molto forte, come ha spiegato in un'intervista rilasciata sabato 20 aprile a Verissimo.

Perché Garrison ha lasciato Amici

"Occupare quel banco per 17 anni è un rapporto come tra un fidanzato e una fidanzata", ha spiegato Garrison, "Lasciarsi è stato difficile da tutte e due le parti. Però era giunto il momento. Forse potevo restare un altro paio d'anni in più, all'inizio non ero pronto a lasciare. Ora so che lo sono, ho tante cose da dire ancora". Il ritorno, però, è tutt'altro che escluso:  "Ovviamente, se domani Maria mi chiede di tornare, lo faccio subito. Lei è la mia Regina. Lavorare con Maria e Maurizio è stato come prendere due lauree". Garrison ha avuto parole bellissime anche per altri personaggi del cast, "Mi sono rimasti nel cuore Stefano De Martino, Elena D'Amario, Gabriele Esposito. Mi mancano un po' i miei colleghi, come la Celentano! Ci sentiamo spesso e volentieri, anche se parliamo più di cani che di lavoro".

La voglia di paternità

Estremamente riservato sulla sua vita privata, Garrison non ha mai nascosto la voglia di diventare padre. Oggi, però, per lui sarebbe troppo tardi. Ecco perché ha deciso di riversare il suo desiderio in un'attività benefica: l'aiuto dei ragazzi senza famiglia. Il suo spettacolo musicale "Un papà sotto l’albero" è proprio ambientato in un orfanotrofio:

Voglio sempre diventare papà, ma a 63 anni sarebbe un'assurdità provare a crescere un bambino. Di conseguenza, mi sono messo ad aiutare gli orfani. Il tema è affrontato anche nel mio musical e mi sta molto a cuore. Voglio lavorare per i bambini che sono senza famiglia. Mi sembra un'assurdità che un bambino debba aspettare 5-6 anni per avere una casa. Sarò felice di aiutarne anche solo uno.

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