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Gaffe a L’Eredità: le prova tutte ma non riesce a dire patchouli

Cristiano Panebianco, il concorrente protagonista dell’ultima gaffe in ordine tempo nella storia del quiz televisivo “L’Eredità”, ricorderà per sempre l’essenza aromatica meglio conosciuta come “patchouli”. Le ha provate tutte, finendo anche per improvvisare un improbabile dialetto arabo, ma alla fine non è riuscito a dare la risposta esatta.
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Patchouli. La parola era patchouli. E molto probabilmente Cristiano Panebianco, il concorrente protagonista dell'ultima gaffe in ordine tempo nella storia del quiz televisivo "L'Eredità", se lo tatuerà nella memoria. Non è riuscito a trovare la lettera mancante a formare patchouli. L'indizio "Essenza aromatica" non lo ha aiutato e così ha perso la sfida contro il tempo lasciando campo aperto al campione di turno, Roberto.

Il sorriso di Flavio Insinna

Ilarità e grandi sorrisi in studio con Flavio Insinna che dopo ha riservato un caloroso e affettuoso saluto al concorrente in studio, che si è reso protagonista di un momento che resterà nella storia di questa stagione fortunata de "L'Eredità". Cristiano Panebianco proprio non riusciva a pronunciare correttamente "patchouli" e quindi le ha provate a incastrare tutte. È venuto fuori un momento comico in cui quasi sembrava che iniziasse a sciommiottare un improbabile dialetto arabeggiante: "Patchogli, patchokli, patchosli…". 

Che cos'è il patchouli

Un po' di storia, per chi crede che il patchouli sia solo appannaggio dei bagnoschiuma. È una pianta perenne della famiglia delle Lamiacee, si coltiva prevalentemente in Oriente, in India e Malesia. In lingua tamil, vuol dire "foglia verde". Queste foglie hanno una forma ovale, sono molto ampie, morbide e vellutate al tatto. Il loro odore è forte e intenso. Hanno una funzione benefica per il corpo e per la mente, una funzione curativa per le altre piante. Si utilizza infatti come insetticida e repellente oltre che come profumatore per ambienti e biancheria. Si utilizza anche in profumeria, ovviamente, è una delle fragranze maschili più diffuse. Come incenso, nel corso degli anni '70, fu frequentemente utilizzato dai movimenti hippie.

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