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Gad Lerner conduce ‘Islam, Italia’: “Non pensavo che sarei tornato in Rai”

Dopo sedici anni di assenza, il conduttore torna al Servizio Pubblico con un programma in sei puntate che va a scavare le sfaccettature e le contraddizioni della religiose islamica in Italia. In onda dal 20 novembre su Raitre, alle 22.50.
A cura di Valeria Morini
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Gad Lerner torna in Rai dopo sedici anni di assenza (molti dei quali passati a La7), con un nuovo programma di approfondimento su un argomento molto specifico: è "Islam, Italia", che parte il 20 novembre su Raitre e si propone di raccontare la diffusione della religione musulmana nel nostro Paese, affrontandone diversi aspetti e le mille sfaccettature.

In onda ogni domenica alle 22.50, sarà ben lontano dagli ultimi programmi cui Lerner ci ha abituato (come "L'infedele"): "Sono uscito dalla gabbia del talk show. Non ci sarà lo studio televisivo", ha spiegato il conduttore in conferenza stampa, definendo "Islam, Italia" una "bellissima sfacchinata" e precisando che è stato un "lusso straordinario poter fare questa esperienza". La speranza è che lo show possa affrontare finalmente il tema dell'islamismo senza stereotipi e forzature:

Non mettevo piede in Rai da ottobre del 2000 e non pensavo di farci ritorno superati i 60 anni. Ho fatto questo programma con la mia esperienza di giornalista italiano e di cittadino che arriva da quella parte di mondo (Lerner è nato a Beirut da una famiglia ebraica, ndr). Parliamo di Islam, di rifugiati e di jihadismo con una sensibilità quasi femminile, nonostante la mia faccia "brutta" maschile… Nel trattare questi temi, soprattutto il tema della figura della donna, non puoi prescindere dalla vita quotidiana e l'abbiamo fatto con sguardo critico. Una delle virtù ancestrali di Rai 3 è quella di mescolare le carte, di essere eccentrica. Ringrazio Rai 3 per questa esperienza che si è potuta fare con budget limitatissimi. Nonostante ciò, abbiamo potuto andare al cuore di questioni rimaste in sospeso.

Il programma durerà sei puntate a affronterà i punti di vista più disparati, dalla dimensione dell'Islam Capitalismo all'inevitabile riferimento al terrorismo ("Il racconto sul jihadismo l'abbiamo potuto realizzare grazie al Ministero di Grazia e Giustizia che ci ha fatto entrare nelle carceri"), da una panoramica sulla situazione africana – con un reportage in Nigeria – all'analisi di situazioni come quella dei giovani musulmani italiani, allo scopo di scavare in "tutte queste contraddizioni", senza farsi "viziare dal pregiudizio".

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