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Fulvio Benelli: “Non ho pagato né falsato nulla, Del Debbio e Mediaset sapevano”

Il giornalista Fulvio Benelli, sospeso da Mediaset dopo l’accusa di falsi servizi lanciata da “Striscia la Notizia”, si difende in un’intervista al Tempo. “Non ho mai pagato nessuno e non ho taroccato i servizi. Il furto è stato una messa in scena dimostrativa perché non potevamo rubare davvero una macchina. Mediaset e Del Debbio lo sapevano ma hanno falsato il servizio, nessuno vuole darmi spiegazioni”.
A cura di Valeria Morini
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Continua a far discutere la vicenda di Fulvio Benelli, il giornalista di Mediaset accusato da "Striscia la Notizia" di aver realizzato due falsi servizi per "Quinta Colonna" e "Dalla vostra parte". Secondo il tg satirico, Benelli avrebbe utilizzato per entrambi i servizi la stessa persona, chiamata a "interpretare" un falso rom dedito alle truffe e un estermista islamico. Dopo il servizio, Mediaset ha immediatamente licenziato il giornalista che, dopo aver respinto ogni accusa, racconta la sua sua versione dei fatti in un'intervista al Tempo. Benelli sostiene di non aver mai pagato nessuno (A questo ragazzo ho offerto al massimo un pranzo da McDonald’s. Anche Striscia si è dissociata dicendo che ‘è lui a parlare di soldi'") e spiega come sarebbero andate in realtà le cose:

Tutto inizia nei primi giorni di aprile. Mi trovo in provincia di Treviso quando ricevo una telefonata di Mario Giordano, direttore del Tg4. È il giorno dopo l’uccisione di 148 studenti in Kenya. Vuole che vada a cercare islamici moderati e radicali e realizzi un vox populi.

A Mestre, Benelli sarebbe stato avvicinato da un uomo, colui che "Striscia" definirà il "rom polivalente":

Decido di andare a Mestre. E arrivo davanti alla moschea proprio mentre stanno uscendo dalla preghiera del venerdì. Raccolgo diverse opinioni "moderate", poi mi dirigo nel quartiere dietro la stazione. Lì la situazione è più calda e ad un certo punto mi si avvicina un tizio e mi dice: intervista me. Lì per lì non noto nulla di strano. Gli chiedo chi sia e cosa voglia dirmi. Mi spiega di essere tunisino e che l’Islam fa bene a uccidere gli infedeli. Però mi chiede di filmarlo di spalle. Lì per lì non do molto peso alla richiesta. È una delle tante voci raccolte. Prima di andare via, però, mi ferma e mi dice che può raccontarmi altre cose, di chiamarlo. Gli do il mio numero e vado a montare il servizio che viene spedito a Roma e, dopo essere stato visionato, mandato in onda.

A quel punto, Benelli viene ricontattato dalla stessa persona (che, a quanto pare non sarebbe nemmeno un musulmano, ma un cristiano praticante).

Dice che può raccontarmi come i rom truffano le persone e rubano le macchine. La storia mi sembra buona e ne parlo in redazione. Il tunisino viene a prendermi e mi porta nella casa che lui occupa abusivamente. Si vanta perché ruba, ma nessuno gli fa niente. Gli chiedo se mi può far vedere come fa realmente. Lui fa una serie di telefonate finché trova un venditore. A questo punto si offre di rubare veramente una macchina ma io, per non essere responsabile di un reato, gli dico di realizzare un finto furto utilizzando la macchina dell’operatore.

Il servizio, sostiene Benelli, non è da considerarsi "finto".

La storia è vera. Documentata. Ma non potevo fargli rubare veramente una macchina, anche perché non sapevo cosa sarebbe successo.

"Del Debbio e la redazione hanno falsato il servizio"

Secondo quanto sostiene Benelli, il direttore Paolo Del Debbio e la redazione sapevano che il furto era falso:

L’accordo era che Paolo Del Debbio, finito il servizio, dicesse che nessuna macchina era stata rubata e che il nostro intento era solo quello di "educare" i cittadini mettendoli in allerta su questo tipo di truffe. Ma non lo fece.

La situazione si complica. Il falso rom comincia a contattare ripetutamente il giornalista, come  documentato anche da "Striscia", che ha mandato in onda una controversa telefonata avvenuta tra i due.

Il giorno dopo il truffatore mi chiama e mi dice che sotto casa sua ci sono i giornalisti. Che è rovinato e non può più fare truffe. Che devo trovargli un lavoro. Attacco e chiamo la mia capostruttura, le spiego la cosa e le chiedo: ma perché non avete detto che quella era una ricostruzione? Mi dice che possono fare un comunicato ma che non possono fare retromarcia. Il titolo sarà: Quinta Colonna sventa una truffa. Io obietto che non è così, che è falso. Le chiedo via sms se Del Debbio non può spiegare la cosa nella sua striscia quotidiana. Niente da fare. Il comunicato non esce, Del Debbio non parla.

Poco dopo, esce il servizio di "Striscia la Notizia" e Benelli viene licenziato da Mediaset. Il giornalista è ora deciso a procedere per vie legali.

Nel comunicato dell’azienda si accredita la versione che si tratti di un finto rom e di un finto truffatore. Chiedo spiegazioni ma non ne ricevo. Nella lettera di licenziamento si dice addirittura che io abbia ammesso le mie colpe. Ma quando? Non mi hanno voluto nemmeno sentire! Ora andrò in tribunale a far valere le mie ragioni. Non ho pagato soldi e non ho taroccato nulla.

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