Francesca Manzini in lacrime: “Violenza psicologica dai miei: ero sola, ho pensato a gesti estremi”
Reduce dalla grande popolarità raccolta ad Amici Celebrities, Francesca Manzini è tornata in televisione per raccontarsi a Verissimo. Nella puntata in onda sabato 9 novembre, l'eclettica artista, che ha dimostrato di essere portata sia per il canto che per il ballo, si è raccontata a cuore aperto, senza tralasciare gli aspetti più difficili e bui della sua vita. A partire dal rapporto difficile con i genitori:
Io per non sentire cose che una bambina non dovrebbe sentire mi richiudevo in camera piena delle videocassette di mia sorella, che mi ha tramandato la passione per vecchi film e show. Fuori c’era tanto squilibrio, persone che non si sono mai sapute, ecco. Mamma e papà, sì. Che ringrazierò tantissimo perché mi hanno insegnato il male. Se ti insegnano il male, questo ti crea un istinto di sopravvivenza per darti lo stimolo. Non c'erano insegnamenti, valori, c'era tanta violenza psicologica. Anche solo il silenzio era rumorosissimo. Avevo trovato il mio guscio guardando quei filmati.
Il rapporto duro con il padre Maurizio Manzini, dirigente della Lazio
Francesca è figlia di Maurizio Manzini, dirigente sportivo della Lazio. Senza remore, la conduttrice radiofonica e imitatrice ha spiegato di essere cresciuta in una famiglia dove comunicare era difficile. In particolare, è stato duro e spigoloso il rapporto con il padre, da cui non avrebbe mai ricevuto un gesto di affetto. Eppure, il carattere del genitore ha contribuito a farla diventare la persona che è oggi:
Ci provavo a parlare con mamma e papà, ma non ci riuscivo mai. Erano sempre molto nervosi, anche se mia madre cercava di alleggerirsi un po' perché si sentiva sola per via del lavoro di mio padre. Non ho mai avuto un abbraccio da mio padre, da mia madre sì. Lui non ne era capace, io glielo chiedevo ma lui una volta mi ammise con rabbia: "Non ne sono capace". Io ho compreso la loro povera irresponsabilità. Mio padre è stato un uomo che non ha saputo dimostrare, esprimere. Mi ha cresciuta, a modo suo, e lo ringrazio per come lo ha fatto, perché per quanto io possa essere stato un fallimento per lui, io adesso sono qui con te.
I problemi di anoressia e bulimia
All'infanzia difficile è seguita una adolescenza inquieta, segnata da problemi di anoressia e bulimia. "Mi ammalai perché stavo prendendo coscienza di quello che vedevo", ha raccontato, "Non l’ho vista come una punizione, è stato proprio un lasciarsi andare. Sono stata anoressica per tre mesi e mezzo e subito dopo sono entrata nella bulimia, per sei anni. Ho vissuto male, perché ero in un abbandono totale". Brutte compagnie ed eccessi hanno contraddistinto quegli anni:
Io non incolpo nessuno, mio padre ha seguito la sua carriera ed è stato giusto così, mia madre ha inseguito la sua bellezza, la sua libertà. In quei sei anni ero da sola, loro si sono separati e non avevo esempi. Io ero una vagabonda, ho frequentato gente brutta e ho vissuto momenti brutti. Mi sono lasciata andare, bevevo anche qualcosa di più e non mi faceva bene. Oltre all'alcool c'erano anche altre cose, sì. Ne sono uscita da sola. Quando arrivi al limite del baratro, l'istinto di sopravvivenza ti risveglia.
Francesca Manzini scoppia in lacrime
A quel punto, Silvia Toffanin ha chiesto a Francesca se abbia mai pensato "a gesti estremi", e lei è scoppiata in lacrime, ammettendo: "Può succedere". Oggi i rapporti con la madre sono migliorati, mentre sono ancora piuttosto difficili quelli con il padre.
Sai non avere una famiglia e soprattutto vivere è una grandissima responsabilità. La vita è bellissima. Io sono una persona che si è fatta male da sola, ma la colpa è stata anche mia. Ma non avevo scelta, non avevo chi mi diceva cosa fare. Ho passato momenti brutti anche per storie d'amore finite male, ho vissuto lutti. Mio padre l'ho perso ulteriormente, mi scuso con chi ha perso qualcuno ma vivere il lutto per una persona che è ancora viva fa più male. Ho recuperato ciò che era giusto recuperare con lui, ma a lui non interessano le parole che ho detto su di lui. Lui mi ha visto sempre come un fallimento. E se sono un fallimento, guarda cosa hai creato, guarda cosa hai tirato fuori. Io non lo odio, attenzione. Io non ho un padre, una madre, una sorella. Io sono un essere che da altri esseri, Gabriella (mia madre), Maurizio (mio padre) e Olivia (mia sorella), nella loro incapacità, ho captato dei momenti.