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Flavio Insinna: “Pago e vado via, ho sbagliato ma sono un uomo sincero e per bene”

L’amarezza del conduttore in una diretta fiume su Facebook: “Sono l’unico che in questi anni, arrivato il Tapiro, anziché fare il sorrisetto, ho sempre risposto […] Voi che fareste se vi chiedessero tutti i giorni che il programma che conduci è truccato? Me lo chiese anche mio padre”.
A cura di Andrea Parrella
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Un Flavio Insinna a tutto tondo quello che, in una diretta Facebook (la trovate in fondo a questo articolo), bissa il lungo post pubblicato nella nottata di ieri, in cui parlava per la prima volta dopo essere stato travolto dalla slavina dei servizi di Striscia in cui lo si vede insultare i concorrenti di Affari Tuoi e gli addetti ai lavori del programma. L'attore ha un approccio molto concitato, sorridente sì ma visibilmente scioccato, sconvolto da quanto gli è accaduto negli ultimi tre giorni. Si percepisce come vorrebbe dire molte più cose delle tantissime che dice, un fiume di parole tipico del suo stile espressivo. Parte chiedendo scusa, come già affermato, nei confronti di tutti coloro che si sono sentiti offesi dalle sue parole, ma poi passa alla sua difesa:

Sono l'unico che in questi anni, arrivato il Tapiro, anziché fare il sorrisetto, ho sempre risposto. Ho i miei difetti, ma pago le tasse, sempre, oltre a pagare i miei errori. Nonostante le sfuriate, ero l'ultimo ad andare via dagli studi più tardi degli altri, per rendere il gioco migliore. Non permetto a nessuno di dirmi che imbrogliavo.

Il rifiuto del Tapiro

Il riferimento di Insinna è alle indagini costanti che Striscia ha condotto nei confronti di Affari Tuoi, sin da quando era Bonolis a condurlo: "Voi che fareste se vi chiedessero tutti i giorni che il programma che conduci è truccato? Me lo chiese anche mio padre […] Chi ha detto che devo prenderlo e farmi dire che sono un imbroglione? Ho sbagliato adesso e pagherò, ma non ne faccio sorrisetti se mi venite a dire che sono un imbroglione". Insinna ribadisce di sapere di aver commesso delle leggerezze, ma non si sente un disonesto, accusando quelli di Strscia di essere andati a spiare nel buco della serratura, anche se il suo rimprovero è anche nei confronti della marea di insulti che gli è giunta in questi giorni nei commenti alla pagina. Ribadisce ciò che accadde in occasione della consegna del Tapiro:

Cerco di vivere con tutti i miei limiti nella legalità. Quando arrivò Staffelli e mi portò il Tapirogli dissi "Aspetta, prima di parlare di Affari Tuoi, parliamo del signor Ezio Greggio che evade le tasse?". Se avete il coraggio mandate anche quello, oltre a guardare nel buco della serratura. Io stasera sono felice. Da quando dissi quella cosa "apriti cielo".

Insinna via dalla Rai?

Con un filo di amarezza, l'ex conduttore di Affari Tuoi si descrive per tutta la durata della diretta come l'uomo che va via vestito da astronauta, conscio del peso che i filmati di Striscia avranno sulla sua reputazione pubblica e probabilmente già avvertito da qualche provvedimento che la Rai dovrà prendere nei suoi confronti dopo la richiesta del Codacons di quest'oggi: "Senza avere l'esclusiva Rai mi sono sempre sentito uomo Rai. Da stasera non più, ma mi sono sentito tale. Ho sbagliato? Vero, quello sono io, non sono due persone diverse".

"Credevo in quello che ho detto a Carta Bianca"

Insinna difende anche quelle parole a Carta Bianca, evidenziando come quel discorso, che lui rivendica come onesto, sia stato accostato alle immagini dei suoi fuori onda facendolo emergere come una specie di mostro. E non dimentica nemmeno di ribadire che il fuori onda in cui offende la concorrente della Val D'Aosta non è stato registrato in un momento in cui si trovava davanti al pubblico, ma in una riunione privata:

A Carta Bianca, lo dico io per primo, dico delle cose banali, ma di buon senso. Le dico credendoci. Pare che qualcuno si sia scocciato, si sia annoiato. Ed ecco che i momenti di Carta Bianca vengono associati agli insulti […] Poi parleremo anche dei filmati nelle sedi competenti, perché voglio dirlo: non eravamo davanti al pubblico, ma nei camerini. Quando si sente che saluto la Ricciarelli è perché eravamo vicino ai camerini.

Si sente tradito, Insinna, pur non negando i suoi errori: "Ho protetto tutto e tutti, non mi sono difeso io. Non ho mai chiesto a qualcuno di spegnere un telefono perché non credevo che qualcuno potesse prepararmi un piattino come quello". Poi chiude con un finale amaro:

Pago e vado via, vestito da astronauta. Hanno sbagliato, pensavano di distruggermi, ma non è così. Meno ipocrisia e più gentilezza. Io non pugnalo alle spalle. Sono qui, stasera, in grande libertà, potete insultarmi come volete, ma quando ritornerò lo farò da uomo libero. Rifarei tutto quello che ho fatto, cercando di commettere meno sbagli, ringraziando sempre tutti quelli che mi hanno aiutato a sembrare più bravo simpatico. Poi nella vita sono tante altre cose, ma sono un uomo sincero e per bene.

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