123 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Fiorito e Polverini in Tv, il diritto a quindici minuti di innocenza

Il piccolo schermo garantista concede sempre diritto di replica, con la conseguenza che noi, non siamo più capaci a distinguere ciò che è giusto da ciò che non lo è.
A cura di Andrea Parrella
123 CONDIVISIONI
Franco Fiorito ospite a ''Porta a Porta''

Ancora mi sorprendo. Della mia capacità a farmi ingannare, abbindolare dall'apparenza di ogni affermazione. Di come un tono convincente possa muovermi a credere che qualcuno stia dicendo il vero, che lo stia pronunciando dalla parte della ragione. Lo studio di Cicerone persuade, chi lo pratica, di riuscire a individuare i trucchi dell'oratoria, a smascherarli. Cicerone stesso dimostra che l'oratoria vera raggira anche chi la conosce in tutte le sue sfaccettature, altrimenti oratoria non sarebbe.

Io giudico male Renata Polverini, perché non è possibile che con tutto l'illecito, il malcostume che sia gravitato attorno a lei, non abbia visto nulla. Un occhio deve averlo chiuso, e allora è colpevole come lo sarebbe Antonio Conte. La immagino e assaporo la rabbia pura. Ma poi lei va da Formigli (che di domande ne fa tante e la colpisce ai fianchi senza pietà) a spiegare perché non si dimette, lei assume l'espressione del cane bastonato, innocente; lei ostenta il suo male recentemente curato in ospedale (che fa piacere, ma che non c'azzecca con la sua professione) quasi mostrando la cicatrice e cercando la compiacenza dell'interlocutore; lei si alza alla fine dell'intervista, a ridosso del buio pubblicitario, e pronuncia un sentito Grazie Corrado, di quelli che te la fanno credere più docile di quanto sia. E io quasi ci credo.

Io giudico male Franco Fiorito, con quell'orripilante soprannome, accusato di peculato, la cui colpevolezza, seppur in piccola parte, è oggettivamente innegabile; che però a Porta a porta si mette a sostenere la tesi del "malcostume mezzo gaudio", di una colpevolezza che, in quanto spiegata, andrebbe ridimensionata, di soldi intascati a sua insaputa. Lo dice con una tale convinzione che a tratti credo a lui come ho rischiato, a tratti, di credere a Lusi, in convento ai domiciliari da tre giorni, quando provava a farti sentire in colpa di giudicarlo singolarmente perché, mentre stavi mettendo alla gogna lui, ti scordavi del marciume restante.

Io per qualche istante ci ho creduto. Ed è un problema gigantesco. Quando in un luogo circoscritto, che in questo caso potrebbe essere uno stato, sussiste una maggioranza di persone (tra cui il sottoscritto), che non riesce a discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, il cancro è bello che avviato. Perché vale la teoria del "se fossi al posto suo faresti la stessa cosa". E' vero, penserei di non aver fatto nulla di male, nulla di troppo male. E la televisione che è divenuta, senza colpe, il mezzo giustizialista per antonomasia, è un depuratore catodico che concede a tutti la facoltà di prendersi i propri quindici minuti di ragione.

123 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views