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Fiorello: “Ero popolare come il Papa e Di Pietro, poi il flop a Sanremo”

Rosario Fiorello ripercorre la sua carriera in televisione fin dagli esordi: “Con il karaoke diventai il terzo personaggio più popolare d’Italia”. Poi, però, fece flop a Sanremo.
A cura di Stefania Rocco
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Intervistato dal settimanale “Oggi”, Rosario Fiorello ripercorre la sua straordinaria carriera televisiva, terminata bruscamente circa 5 anni fa quando lo showman decise di lasciare le scene. Non entra nel merito di quella decisione Fiorello, e a oggi non sembrerebbe essersene ancora pentito. Dopo aver toccato le vette più alte della popolarità, scelse di ritirarsi e puntare sulla radio ma, anche in quel caso, lo fece per mero divertimento e per un periodo limitato. La sua carriera, però, gli ha regalato un gran numero di soddisfazioni:

Mi trasferii a Milano con un mio collega dell’animazione, Bernardo Cherubini, fratello di Jovanotti. “Andiamo lì”, disse, “è pieno di gnocca”. Milano era piena di gnocca. Per un po’ abitai a casa di Lorenzo, in via della Moscova. Lui era già un disc-jockey famoso. Io solo un esuberante, egocentrico animatore da villaggio. Uno che aveva vissuto per quindici anni senza mai infilare un paio di scarpe. Rimase colpito da me. A Deejay facevo la pianta, come dice Fabio Volo. Osservavo Jovanotti, Linus, Albertino. Prestavo la voce quando serviva. Nel primo programma tv di Lorenzo, “Uno due tre Jovanotti”, imitavo al telefono Montesano e Mike Bongiorno. Poi arrivò il Karaoke. Registrammo ad Alba quindici puntate di un format olandese che non mi convinceva. Andammo in onda alle otto di sera su Italia Uno contro tutti i tg. La prima settimana ci guardarono in 400 mila e l’idea era di chiuderlo. Io me n’ero già tornato in Sicilia. Ma dall’ottava puntata si passò a 800 mila e poi su, fino a due milioni e oltre. Mi chiamarono: “Fiore, torna, dobbiamo partire”. Un anno dopo ero il terzo personaggio più popolare d’Italia dopo il Papa e Di Pietro. A Sanremo mi piazzai quinto dietro gente come Morandi, Giorgia e Bocelli. Ma le aspettative erano così alte che tutti parlarono di flop. Pippo Baudo sentenziò: “Caro Fiorello, sei entrato Papa e sei uscito cardinale”. La svolta arrivò all’Arena di Verona. Stavamo registrando la finale del Festivalbar e io ero nei soliti panni del bravo presentatore. Ma la pioggia aveva bagnato gli impianti elettrici. Il patron Vittorio Salvetti mi dice col suo vocione: “Vai sul palco e intrattieni la gente". Io salgo sul palco e mi guardo intorno. Quattordicimila persone che erano lì per tutti tranne che per me. Prendo il microfono e comincio a sparare cazzate. Così, solo per far passare il tempo. Quindici minuti. Ci prendo gusto. Il pubblico ride. Venti, trenta, quarantacinque minuti di cazzate, finché un tecnico dietro le quinte mi fa cenno che il guasto è stato aggiustato e la messa cantata può cominciare.

Fiorello in Rai dopo 5 anni di stop

Dopo una pausa durata 5 anni, Fiorello è tornato in Rai per partecipare al “Rischiatutto” di Fabio Fazio, la trasposizione in chiave moderna – ma nemmeno troppo – di uno dei primi quiz televisivi condotti da Mike Bongiorno. “Materia umana” per una serata – prese il ruolo che il giorno prima era stato affidato a Maria De Filippi – Fiorello ha dimostrato ancora una volta di non avere perduto la verve che lo ha reso così amato. E le reti maggiori fanno ancora a gara pur di accaparrarsi il suo ritorno in pianta stabile in tv.

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