Fiorello attaccato da Famiglia Cristiana per il “Salvalavita Pischelli”
Non bastava la censura Rai al profilattico, che ha fatto tanto discutere il 1° dicembre scorso, nella giornata dedicata alla lotta e prevenzione all'Aids. Per i 13 milioni di telespettatori dell'ultima puntata de Il più grande spettacolo dopo il weekend l'argomento è stato chiarito e sviscerato in chiave comica da un inarrestabile Fiorello. Lo showman pronuncia la parola profilattico a gran voce circa 20 volte in meno di due minuti, questa sì che è una mitraglia senza precedenti alla censura silente.
Lo chiama preservativo, condom, cappuccio, copri-carota! Il pubblico lo ripete in coro, scandendone bene le sillabe: PRO-FI-LAT-TI-CO! Fin quando nell'immaginario collettivo rimarrà la denominazione fiorelliana del termine: il Salvalavita Pischelli. Questo sì che buca il video. I ragazzi a casa e le famiglie che gli hanno impartito una sana educazione sessuale lo ricorderanno con ironia, come una cosa giusta. Ma come ogni fenomeno di costume, nelle ultime quattro settimane abbiamo sentito voci contro tendenza in tutte le salse sulla "tv generalista proposta da Fiorello, prodotto nazional-popolare" – questa è solo una delle più gettonate – da fastidio a qualcuno.
Scende in campo, armato di buonismo e pronto a scagliare la pietra dello scandalo Famiglia Cristiana. La testata vessa l'ultima puntata dello show sui due momenti più "indecenti", l'inno del corpo sciolto di un fantasioso Benigni e la questione, appunto, del profilattico. Riportiamo alcuni estratti dell'articolo:
Certo ci voleva del coraggio. Ma senza coraggio non c’è trasgressione […] Non solo fa cantare a Benigni l’elogio della cacca e dei suoi modi di produzione, creando una breccia nel conformismo imperante. Ma pronuncia la parola vietata, profilattico, e per di più ne fa una tematica da coro, coinvolgendo un pubblico che davvero non sapeva di dover osare tanto. E la domanda infernale al direttore Mazza, brividi in platea: l’ha mai usato, lei, il profilattico? Lo sventurato piegò il capo. […] Vabbè, usciamo dallo scherzo. Sull’Aids, sulla prevenzione, sui mali dell’Africa e su quelli di aree più evolute, sui risvolti morali e religiosi, insomma su problemi vitali per il divenire umano si discute da gran tempo, nella pubblicistica corrente come nelle sedi più elevate. Trasformare una simile dialettica in cori ridanciani, invitare il pubblico a sghignazzare, tirarla lunga con battute e allusioni, scivolare sul pruriginoso, questa non è trasgressione. E’ goliardia retrodatata, cattivo gusto. E mancanza di rispetto per le famiglie, a cominciare da quei tanti ragazzi che d’abitudine non seguono la tv ma accorrono quando c’è Fiorello.
Il Salvalavita Pischelli fa prevenzione come 20 anni fa
Il giornalista di Famiglia Cristiana parla di trasgressione. Trasgressione è parlare, come dice lui, della cacca in tv? Oppure cogliere l'occasione giusta per il divieto Rai a pronunciare la parola profilattico? Questo è molto più trasgressivo, abominevole. Citando ancora il giornalista di Famiglia Cristiana ci vuole coraggio. Il coraggio di giudicare di cattivo gusto un invito alla prevenzione.
Fiorello lo fa in modo ironico ma sa bene che l'argomento è rilevante. Lo fa memore delle campagne di sensibilizzazione e prevenzione per la lotta all'Aids che trasmettevano nei primi anni '90. Che fine hanno fatto quelle pubblicità? Perché non si fa più informazione? La risposta è il Salvalavita Pischelli di Fiorello che si sostituisce al tormentone "E' mio, è mio" della pubblicità Control.
A che serve chiudersi nel silenzio e nell'autocensura e relegare il problema a un male dell'Africa? Il male delle malattie sessualmente trasmissibili è tangibile, anche accanto a noi. Ed è coraggioso -leggere con ironia è d'obbligo- foderarsi gli occhi di prosciutto e calare il capo, bigottamente. Fiorello dal canto suo ha tweetato un "non ho parole" come commento all'attacco di Famiglia Cristiana.
Di parole ce ne sono veramente poche, si rischierebbe di scadere nella ridondanza e nella polemica. Salvalavita Pischelli, questo sì che va tenuto a mente per scalciare via gli strascichi di una spinosa querelle senza molto senso.