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Fenomenologia di Leone Di Lernia, icona trash e volgare che la tv ha sempre corteggiato

Con un nome e un cognome che calzano a pennello per fare spettacolo a quel modo, Leone Di Lernia si è insinuato come un virus irriverente nel mondo dello spettacolo. Pochi giorni fa, l’ultima soddisfazione dalla D’Urso per tranquillizzare sulle sue condizioni: “Hai fatto lo scoop ma non abbiamo scopato”. Ricordarsi di lui così: come un Leone che ha sempre ruggito a modo suo, senza curarsi del giudizio degli altri.
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Ricordare oggi Leone Di Lernia non è semplice. Si rischia di cadere nel solito e banale ricordo "a posteriori", magnificare un'opera che in realtà non aveva nulla di magnifico perché non pretendeva assolutamente di esserlo. Il suo personaggio nasce così, con un nome e un cognome che calzano a pennello per fare spettacolo a quel modo, insinuandosi come un virus irriverente sulle top ten e le hit di successo. Lo ha capito prestissimo Leone di Lernia che parodiare in dialetto le canzoni in classifica, avrebbe garantito la popolarità sufficiente a restare sempre a galla e poco importava se nel 1975 la sua "Gaccia ad'avé", prima delle sue tantissime cover (il brano era "I Gotcha" di Joe Tex), non era esattamente una composizione alla Mogol.

Da "Buona Domenica" a "Quelli che", il re del trash in tv

Un personaggio fieramente e ostinatamente trash. La radio e la televisione con lui ci vanno a nozze ma è lui a cercarla sempre e a tutti costi, inserendosi come ‘disturbatore' davanti alle telecamere nei servizi Rai di 90esimo minuto, in collegamento da San Siro. Una circostanza che ripeterà anche nel corso di "Quelli che il calcio" anni più tardi mentre già dalla prima metà degli anni '90 troverà in Maurizio Costanzo un alleato affidabile. Il giornalista e conduttore lo chiama spesso al Manzoni di Milano per il MCS e lo porta come ospite musicale in diverse puntate di "Buona Domenica". Milioni di telespettatori trovano il modo di sorridere al ritmo di brani che di solito ascoltano in radio (o al Festivalbar), totalmente stravolti dal suo dialetto pugliese. Alzi la mano chi ricorda "Informer" degli Snow (1993) senza citare la sua parodia: "Ho fame/era meglio che me ne stavo in Corea/a far le bomboniere". E ancora: "Te sì mangiàte la banana/con due salsicce e u parmigian". Era "The rhythm of the night" di Corona, un altro successone.

"L'Isola dei Famosi" e il successo con lo Zoo di 105

Parolacce e volgarità quasi sempre legate al mondo del sesso, scurrilità oscene che al pubblico che amava ridere di pancia – e non solo – piacevano eccome. Finiti gli anni '90, Leone Di Lernia non conosce nessun declino dopo la grande popolarità ricevuta e non smette mai di incidere dischi e di fare sempre lo stesso mestiere: replicare la formula vincente di parodiare le hit. Nel '99-2000 arriva "Lo Zoo di 105" e la carriera si impenna. I duetti-litigi con Marco Mazzoli e Fabio Alisei, con Gibba e Noise, gli assicurano altri 15 anni sulla cresta dell'onda e l'affetto del pubblico più giovane di Radio 105. E nel 2006 c'è "L'Isola dei Famosi" condotta dall'amica Simona Ventura che decide di lanciarlo, dopo aver battuto Sergio Vastano al televoto, per sostituire la vena comica di Massimo Ceccherini. Riuscirà a resistere due settimane, senza superare in nomination Sara Tommasi, il tempo giusto per inserire un paio dei suoi tormentoni e ritornare in radio (e in tv) a battibeccare con Mazzoli & soci.

L'ultima ospitata in collegamento con la D'Urso

Leone di Lernia è stato semplice com'era fino in fondo. Le parole di Marco Mazzoli spese su Facebook nel ricordare l'amico-nemico la dicono lunga, giustificando anche l'ultimissima sua ospitata in collegamento con il tritatacarne della D'Urso:

I medici e i famigliari ci avevano detto che il male era in stato avanzatissimo e che aveva pochi mesi! In quel momento, io e Fabio, siamo esplosi in un pianto infinito! L'unica speranza era che il suo corpo tenesse duro e potesse affrontare la chemio, ma come faceva a rimettersi?? Appena ha visto telecamere, tutta l'attenzione su di lui, ha tenuto botta e si è goduto gli ultimi giorni di notorietà! Lui era così, viveva per la tv e la radio, apparire era la sua gioia, essere riconosciuto, la sua aria!

Pochi giorni fa in collegamento da Barbara D'Urso, puntualissima come al solito per aggiornamenti sulle sue condizioni, si è tolto l'ultima soddisfazione di dirne una delle sue proprio in diretta verso la regina del trash da rotocalco: "Barbara, hai fatto lo scoop ma non abbiamo scopato!". Bisogna ricordarsi così di lui: un Leone che ha sempre ruggito a suo modo, senza mai curarsi del giudizio di nessuno ma restando fedele al suo essere trash.

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