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Fabrizio Corona a “Non è l’Arena”, una storia che è come l’Italia: confusa e opportunista

Massimo Giletti ha impostato l’intervista sul piano emozionale, cercando di raccontare la storia che c’è dietro le sentenze, data l’impossibilità di poterle commentare per legge.  Ne viene fuori un disordinato collage di storie, intervallate da non pochi momenti di rissa. Il rischio era quello di trasformare Corona in un santo martire, forse “Non è L’Arena” ci è riuscita.
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Fabrizio Corona ospite di "Non è L'Arena" per quella che è forse l'intervista più attesa (e più pubblicizzata) della stagione televisiva. Per la prima volta, l'ex stella del gossip racconta "la sua verità" in uno studio televisivo e in una modalità tipica del "tutto contro tutti".

Che intervista è stata

Massimo Giletti ha impostato l'intervista sul piano emozionale, cercando di raccontare la storia che c'è dietro le sentenze, data l'impossibilità di poterle commentare per legge.  Ne viene fuori un disordinato collage di storie, intervallate da non pochi momenti di rissa tra l'ospite d'onore e Giampiero Mughini, che dimostra da subito di non essere lì a fare il semplice figurante. L'impressione resta quella di vedere un personaggio che ha pagato forse più del dovuto, ma è anche quella di aver assistito all'ennesima scazzottata di argomenti sterile e appassionante per gli "andrologi" della Auditels Family, per citare Caparezza.

Fabrizio Corona non è un martire e neppure un santo, anzi

Il rischio era quello di far passare Fabrizio Corona come un martire o un santo. La trasmissione ha dato ampio spazio alla retorica di Corona, arginando al minimo il contraddittorio di Mughini. Ascoltare Fabrizio Corona, suggerisce che un personaggio del genere poteva occupare l'agenda dell'informazione solo in Italia, perché Corona rappresenta l'italiano medio. Opportunista, furbetto, un po' improvvisatore. È una vicenda confusa, la stessa intervista, che può muoversi in uno spazio ristretto con Giletti che frena di tanto in tanto per evitare querele qui e lì, lo dimostra.

Il rapporto di Fabrizio Corona con Don Mazzi

Il primo capitolo della storia di Fabrizio Corona è riferito alla "teatralizzazione" del suo processo giudiziario. Si parla del suo rapporto di Don Mazzi, accusato da Fabrizio Corona di "essere un pirla", lui replica duramente: "Io non ho mai visto Don Mazzi". Secondo Corona, Don Mazzi sarebbe uno dei primi che ha sfruttato i guai e l'immagine di Fabrizio Corona senza conoscere pienamente i fatti. Viene ricordato in studio che Don Mazzi, così come altri personaggi che hanno sempre attaccato Corona, ha rifiutato di presenziare in trasmissione.

Io non ho mai avuto nessun rapporto con Don Mazzi. L'ho visto due volte, dopodiché sono stato ospite di una comunità Exodus ma Don Mazzi non è responsabile di tutte le comunità Exodus. Don Mazzi è uno che si fa pubblicità col mio nome perché quando vado in galera, sono una merda, quando sono fuori sono un grande esempio. Permettersi di dare giudizi su quello che non conosce, mi fa arrabbiare. Lui mi ha buttato addosso di tutto, senza sapere di cosa ero accusato, senza sapere nulla. Meritavo di marcire in galera, diceva, ma un prete una cosa così non la deve dire. Lui ha sempre perso, ti posso dare centomila casi di persone detenute nella sua comunità che hanno continuato a sbagliare. Io non ho mai avuto rapporti con lui nelle sue comunità. Sono stato cinque mesi nella sua comunità, ma io non lo vedevo mai.

La cura per la tossicodipendenza

Io da tre mesi e mezzo sono in cura in una comunità seria. Voi, in questi tre mesi e mezzo, avete mai sentito parlare di chi mi sta tenendo in cura in questo periodo? Ve lo dico io. Si chiama Pietro Farnetti, mi sta aiutando in questo periodo. Se voi lo andate a prendere a casa, non dirà mai una parola di me. Perché la rieducazione e la riabilitazione non passa per la mediaticità, passa per il lavoro serio. Sono in cura per tossicodipendenza.

La storia del suo arresto

Io ero intercettato 24 ore su 24. Avevo 30 persone che mi seguivano. Mi chiama l'avvocato, mi spiega che mi avevano sospeso la pena domiciliare. Vado a casa mia, tutti piangevano, aspettavo il ritorno di mio figlio Carlos, che all'epoca aveva 14 anni. C'erano tutti che piangevano, suona il citofono e arriva Carlos, due minuti dopo arrivano 12 uomini della polizia con un mandato di custodia cautelare, cacciando tutti via dalla stanza, mi mettono le manette, mia madre sviene, mio figlio si gela e mi hanno portato via con la forza. Mio figlio, da quel giorno, ha avuto sei mesi di iperturbabilità. Io gliela farò pagare.

La lite con Mughini

"Ti compro. Babbo Natale con gli occhiali arancioni. Ti compro e ti metto in giardino a scrivere libri che neanche sai scrivere". Con Giampiero Mughini è stata lite sin dalle prime battute, ma quando Corona racconta il giorno del suo arresto e vede il critico e intellettuale fare un gesto con le mani, come se avesse esagerato con il pathos, l'ex re dei paparazzi scatta e parte la lite. Giampiero Mughini inveisce e attacca Massimo Giletti: "Mi state pagando per ascoltarlo? Devo stare zitto ed ascoltarlo? La sua è una perorazione!". Giletti tiene calmo il suo ospite e riporta la situazione ai livelli di norma.

Lo scivolone su Selvaggia Lucarelli

Selvaggia Lucarelli è stata menzionata. Doveva succedere, e purtroppo anche stavolta Corona scivola sulla buccia di banana, dimostrando di subire il personaggio. Parte bene, finisce malissimo ripescando la storiella della gelosia: "Anni e anni che vuole il mio corpo e io non glielo do". 

La non giornalista Selvaggia Lucarelli fa un'inchiesta che non può fare. Quando dici che io ho soldi a casa di una signora, secondo voi, la prima cosa che ti vengono a fare? È un'estorsione. Chi scrive sui giornali deve pesare le sue parole. La signorina in questione, quando io ho fatto la pseudorissa, ha dichiarato sul giornale che erano le 23 quando è successo e mi dovevano arrestare. Erano le 8 di sera. Dovevano prenderla e cacciarla dall'Ordine dei Giornalisti. Accanimento e frustrazione contro di me, e anche un po' di gelosia perché non ci sò mai stato. Perché anni e anni che vuole il mio corpo e io non glielo do.

I soldi in nero

Nel mio ambiente tutti hanno i soldi in nero, prendono i soldi in nero. C'è chi si fa i conti all'estero e c'è chi ce li ha nel controsoffitto. Io li avevo murati lì nel 2011. Ero stato condannato al 4bis, poteva portare cumulo di pena di 9 anni e non sapevo cosa poteva succedere così ho deciso di murare quei soldi. Per questo.

L'esperienza nel carcere

Fabrizio Corona trova il modo di spiegare che l'andare in carcere è stato in qualche modo il conto da pagare per la sua esistenza "adrenalinica". Quando prova a far passare l'idea che "il carcere è un'esperienza da fare", Cecchi Paone per fortuna lo tronca: "No eh, questo no". 

Io nella mia vita ho voluto provare tutte le emozioni. Uno può decidere di discutere un'esistenza tranquilla oppure un'esistenza adrenalinica. Penso che il carcere sia un'esperienza, è la cosa peggiore che possa capitare ma io le emozioni più forte le ho provate lì.

Non ho paura di tornare in galera

Sto cercando di fare le cose in modo giusto. Non ho paura di tornarci in carcere, ma non voglio tornarci. Ho fatto tre anni di fila di galera e sono tanti. Ho fatto in modo che l'affidamento andasse bene, poi sono stato accusato di cose che non stanno né in cielo né in terra.

Mughini, l'unico a restare lucido

"Lui è un figlio dei tempi" dice Mughini, dimostrando di essere l'unico a rimanere lucido all'interno del processino mediatico organizzato da Giletti. L'unico a fare reale contraddittorio, l'unico a pesare le parole e a riportare con i piedi per terra la trasmissione più e più volte. Prima del "figlio dei tempi", c'è stato il laconico "stai facendo una pessima trasmissione" con tanto di indiretta ammissione di Giletti: "Mi dispiace".

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